Iscritti e mondo del lavoro: i numeri premiano l’Upo
Concluso il percorso delle scuole Superiori i ragazzi si trovano davanti ad un bivio: università sì, università no? Secondo i dati diramati dall’Università del Piemonte Orientale ‘‘Amedeo Avogadro’’ dall’anno accademico 2013/2014 al 2015/2016 è stato registrato un incremento di 524 iscritti: da 11.409 a 11.933. Sintomo che da una parte l’Upo cresce e che, dall’altra, i giovani tornano all’università dopo il crollo registrato nel cuore della crisi economica degli anni scorsi.
Ma quanto costa, mediamente, avere un figlio all’università? Per l’anno accademico 2016/2017 è stato valutato che, per gli studenti iscritti ai corsi dei Dipartimenti di Studi per l’Economia e l’Impresa, Studi Umanistici, Scienze e Innovazione Tecnologica, Giurisprudenza e Scienze Politiche Economiche e Sociale dell’Upo, la prima rata è di 489 euro. Diversa è quella per coloro che frequentano il Dipartimenti di Scienze del Farmaco e della Scuola di Medicina: 501 euro. Entrambi gli importi sono comprensivi del contributo all’Edisu (l’ente regionale per il diritto allo studio universitario), del valore di 140 euro. Ma la parte spinosa arriva quando è ora di versare la seconda rata che viene stabilita in base al reddito e al patrimonio delle famiglie.
Si parte da una prima fascia in cui l’importo è zero fino ad arrivare all’undicesima che varia (per coloro iscritti ai corsi dei Dipartimenti di Scienze del Farmaco e della Scuola di Medicina) da 1.900 a 1.600 (per gli iscritti a tutti gli altri corsi). Il bilancio che andrà a incidere sulle famiglie è, quindi, stimato da un totale minimo di 489 euro fino a un massimo di 2.401. Oltre a valutare i pro e i contro riguardanti i numerosi corsi di laurea, vanno comunque calcolati altri fattori economicamente rilevanti quali: trasporti, cibo, alloggiamenti, libri... Varianti che in alcuni casi potrebbero non essere coperti dall’Edisu se lo studente non fosse ‘‘assicurato’’ da borse di studio o beneficiario di agevolazioni.
Posti di lavoro subito dopo la laurea
Ma quali sono le certezze lavorative che si possono avere una volta concluso il percorso universitario all’UPO? Secondo i dati elaborati dal Consorzio Almalaurea, il 56,2% dei laureati UPO ha ottenuto un posto di lavoro a un anno dalla laurea contro il 42,7% della media nazionale. È stato anche constatato che i laureati UPO trovano lavoro dopo una media di circa 3,8 mesi di cui il 47,8% è un lavoro stabile, guadagnando uno stipendio che ammonta a 1.187 euro.