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Presentato il 3 marzo all'Università di Kobe, Giappone
Il manga che racconta la storia della Romana
Un convegno sul fumetto come mezzo per sensibilizzare e la popolazione su temi sociali
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Un manga che racconta la strage per l’amianto in Giappone ma anche la vicenda di Romana Blasotti Pavesi e del processo di Torino, riprendendo episodi e scene del fumetto Eternit, dissolvenza in bianco scritto da Assunta Prato e Gea Ferraris e pubblicato nel 2012.
L’opera, che si intitola Ishinowata («pietra come cotone») ed è stata scritta dal professor Matsuda, è stata presentata pubblicamente domenica scorsa, 3 marzo, all’università di Kobe, in Giappone, al termine di un convegno che aveva come argomento proprio l’impiego del manga (fumetto) come mezzo per sensibilizzare e coinvolgere la popolazione su temi sociali.
I 90 anni “della Romana”
E il 3 marzo era anche il 90° compleanno di Romana Blasotti Pavesi, storica presidente di AFEVA (Associazione Familiari e Vittime amianto). Romana, una donna forte, combattiva, icona della lotta all’amianto in tutto il mondo, ha perso cinque familiari a causa della fibra killer; una determinazione, la sua, che anni fa aveva avuto eco fin nella lontana foresta amazzonica, da dove le era giunta una lettera di ammirazione e stima inviata da una donna che era venuta a conoscenza della sua vicenda.
Una fermezza diventata esempio di quella che oggi viene definita “relisienza” e che, ieri come oggi, è sempre stata frutto dell’insofferenza per le ingiustizie e i soprusi di chi ha potere. Della forza di non rassegnarsi al male.
La delegazione Afeva in Giappone
Al convegno ha preso parte anche una delegazione di Afeva composta dalla stessa Prato e da Nicola Pondrano. Le associazioni giapponesi, così come quelle di molti altri Paesi in tutto il mondo, sono da molti anni in contatto con AFEVA, l’associazione casalese che ha mosso i primi passi della battaglia all’amianto ormai alcuni decenni fa, per chiedere prima di tutto la messa al bando e poi la bonifica, fondi per la ricerca scientifica e la condanna dei responsabili causata dall’amianto.
«In Giappone la crocidolite fu bandita nel 1974 - spiega Assunta Prato - l’amianto in generale solo nel 2006, anno in cui venne chiusa l’ultima fabbrica di amianto, a Sennan. Sono stati molti i processi risarcitori, ma non esistono statistiche specifiche».
Nel pomeriggio del 28, ad Amagasaki, dove sorgeva la Kubota, azienda che produceva condotte in cemento amianto, si era tenuto l’incontro con una delegazione di ex lavoratori e famigliari, guidati dal Presidente dell’associazione delle vittime dell’amianto. Ad Amagasaki si è consumata una strage simile a quella di Casale, con circa 600 morti tra lavoratori e cittadini.
Le leggi in Italia e in Giappone
Il giorno successivo, all’Università di Kobe, si è poi svolta una assemblea aperta al pubblico con i vari rappresentanti delle associazioni giapponesi e i loro legali. Si sono messe a confronto le legislazioni italiana e giapponese in merito alle tutele nei confronti dei cittadini e lavoratori e si sono ricostruite le vicende dei diversi processi.
«La particolarità della situazione giapponese è che l’azione risarcitoria è stata esercitata nei confronti dello Stato», spiegano Assunta Prato e Nicola Pondrano.
«È stata inoltre seguita con molto interesse la descrizione dell’insieme delle attività che Afeva ha svolto in questi anni con le scuole del territorio, dal Concorso Cavalli all’aula Amianto presso l’Istituto Balbo. In Giappone l’interesse verso le conseguenze dell’amianto è elevato anche a causa dei frequenti terremoti che devastano il territorio e che causano enormi dispersioni nell’aria di polveri dannose e cancerogene».
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