Contratti di solidarietà alla Cerutti: intesa di massima fra direzione e rsu
di Massimiliano Francia
Accordo di intenti raggiunto oggi - lunedì - fra la dirigenza delle Officine meccaniche Cerutti e le rsu sul dopo-cassa integrazione: non si ricorrerà alla cassa straordinaria - o peggio alla mobilità - ma si cercheranno di attuare i contratti di solidarietà.
Una richiesta avanzata da tempo da lavoratori e sindacati sui quali però finora non si era trovata una intesa.
L’azienda aveva infatti preferito fare ricorso alla cassa integrazione, causa i problemi tecnico-organizzativi che comporta l’applicazione dei contratti di solidarietà.
In quel caso infatti si attua una riduzione di orario a tutti i lavoratori in forza all’azienda, mentre con la cassa integrazione la gestione è più semplice e ci si limita a fermare l’attività per alcuni settori (per esempio quello produttivo) proseguendola in quelli dove l’attività può o deve continuare (per esempio il commerciale e l’amministrativo).
Il comunicato congiunto
Oggi poco prima delle 20 è stato diffuso un comunicato congiunto dalla direzione della Cerutti e rsu: «In data odierna c’è stato l’usuale incontro tra la direzione aziendale e le rsu. Le parti - recita il documento - in un clima costruttivo e di maggiore serenità, stanno lavorando per arrivare alla formulazione di una intesa sul contratto di solidarietà da attuare sulla base dello sviluppo dei mercati, dal prossimo anno».
Difficoltà che i lavoratori hanno chiesto di superare per i vantaggi che - ritengono - vi siano sia per l’azienda sia per i lavoratori stessi.
In primo luogo le maggiori integrazioni salariali, che consentono entrate più elevate rispetto alla cassa integrazione; poi il fatto che non si creano situazioni di disparità fra chi è in cassa e chi continua a lavorare, infine, ma non per importanza, in fatto che per la stessa azienda vi sarebbero risparmi considerevoli.
«Il contratto di solidarietà scatterebbe alla fine dell’anno, al termine del periodo di cassa integrazione ordinaria e nei prossimi mesi si tratterà - evidenzia Tonio Anselmo, Fim Cisl - di definire le modalità di applicazione, ovviamente se i carichi di lavoro lo permetteranno».