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“Chi se ne frega della musica” il libro di Deregibus

Sapevate che Valeria Rossi sa dire molto di più di tre parole e scrive canzoni impegnate? Che Hotel Supramonte era una canzone di Massimo Bubola dal titolo Hotel Miramonti? Sono alcune delle curiosità che abbiamo scoperto ascoltando Enrico Deregibus - venerdì - presentare il suo ultimo libro: “Chi se ne frega della musica?” (proprio come la canzone di Caparezza ma con un milione di domande in più), dove sono raccolti due decenni di recensioni e commenti di un infaticabile giornalista che ha esplorato in lungo e in largo la musica italiana d’autore. Dopo la presentazione di Deregibus in quella che è può essere considerata la sua sede naturale: il Premio Tenco a Sanremo, eccolo in patria, alla libreria “Il Labirinto” per una serata che va molto al di là delle letteratura. Merito di due eccezionali supporter: Paolo Bonfanti, chiamato a condurre in un’inedita veste senza chitarra (sottolinea che «è la prima volta che un giornalista viene intervistato da un musicista») e Carlot-ta (proprio così, con il trattino!) cantautrice Vercellese di talento il cui compito è andato ben oltre la fornitura di esempi musicali. Con questo parterre si ha subito l’idea di una serata tra amici, dove ognuno fa gara per raccontare la storia più divertente. Il che non toglie niente alla profondità con cui la musica italiana diventa nell’opera di Deregibus l’inevitabile riflesso della società. Si va dagli anni ‘70, con le contestazioni a De Gregori (ma non ad Alan Sorrenti, lontano dai “Figli delle stelle”), fino alle nuove leve (e si scopre che Enrico ha un debole per “Le luci della centrale elettrica”), passando per Laura Pausini, gli 883 e confrontandosi senza paura con i miti di De Andrè, Jannacci, Gaber. Il tutto con le letture di Paola Spalla e Cinzia Crisafulli a fare da ponte tra la strofa e il ritornello. Se il talento di Deregibus è confermato quello di Carlot-ta, classe 1990, è stata una bella rivelazione. Inventa e reinventa canzoni che sono piccoli atti unici in cui il secondo attore è il suo pianoforte. Per il Labirinto ha scelto chicche come “Tripoli ‘69” scritta da Conte per Patty Pravo o “Le cose che pensano” di Battisti e Panella, e poi ha deliziato gli amici con un piccolo concerto di brani propri e proposte blues, visto che la serata è un prologo alla rassegna Books & Blues che comincia il 19 ottobre. Se il futuro della musica italiana passa per autori come lei Deregibus ne avrà ancora da scrivere di libri.