Cella Monte, gattina brutalmente martoriata e uccisa
Sgomento e indignazione per la fine violenta di una povera gattina. È successo a Cella Monte ad inizio agosto. Vittima è stata Wendy, la micina di Minella Francia. Dal referto della clinica veterinaria si evince la causa del trauma che ha condotto la morte: «Il sospetto è che il trauma sia stato perpetrato volontariamente tramite bastone o ramo o comunque un oggetto affusolato infilato nell’ano». Wendy è stata subito soccorsa e portata alla Clinica per una visita ma le condizioni apparivano disperate.
La stessa proprietaria ci ha inviato una lettera nella quale descrive l’atto di brutalità: «Brutalmente martoriata da menti e mani crudeli, senza un briciolo di compassione per il corpicino straziato, per gli occhi terrorizzati che chiedevano pietà e per le terribili sofferenze. Fate che il sacrificio della breve vita non sia stato vano, fate che il/i colpevole/i non rimangano impuniti affinché possa almeno riposare in pace. Grazie di cuore a tutti gli abitanti del paese (e non) che hanno condiviso, con parole ed espressioni di orrore, sgomento, angoscia, sdegno, affetto e consolazione...».
Ma questa non è stata l’unica testimonianza giunta al giornale. In diversi ci hanno telefonato raccontando il fatto ed esprimendo sdegno per un simile gesto. L’associazione NonSoloGatti ci ha inviato una lettera: «Cella Monte, il bel paese in collina con le case graziose e i balconi fioriti. Eppure proprio questo paese è diventato luogo di orrore. Qualche settimana fa è successo un fatto molto grave: Wendy, una gatta di proprietà, è stata catturata da una o più persone e torturata e sodomizzata fin quasi alla morte. Il referto veterinario riporta quanto segue: la gatta, imbrattata di sangue nella parte posteriore del corpo, riporta perdite ematiche dall’ano e dagli organi genitali, con lacerazioni tessutali multiple e sfondamento del retto, della vagina e parte dell’osso pubico scarnificato ed esposto. Vista l’impossibilità di un intervento è stato deciso, con il consenso della proprietaria, di procedere all’eutanasia, anche al fine di porre fine all’insopportabile dolore dell’animale. Conclude il referto col sospetto che il trauma sia stato perpetrato volontariamente tramite bastone o altro oggetto affusolato. Le parole sono crude ma tutti devono sapere cosa è successo. Wendy non c’è più. Rimane il gesto violento e disumano. Il bel paese farebbe un atto di civiltà a riferire quanto sa ai Carabinieri di Rosignano, che non sono obbligati a rendere pubbliche le fonti delle loro informazioni. La proprietaria ha già provveduto a sporgere denuncia e crediamo sia giusto aiutarla ad avere giustizia. Noi, come associazione animalista siamo disposti, nel caso, a costituirci parte civile».
E un lettore, molto più arrabbiato, ci scrive: «Io ho una certa età è ho visto molte cose terribili, ma questo episodio non riesco a cacciarlo dalla mente. Un gesto talmente grave soprattutto per la cattiveria con cui è stato eseguito».