PROCESSO ETERNIT / Il sindaco di Napoli Iervolino: «A Bagnoli le mascherine inesistenti e la scena inutile e umiliante delle visite nello stabilimento». L'amianto fa paura. Bonifica da 90 milioni.
Thomas Schmidheiny testimonierà il 5 luglio
di Massimiliano Francia
Thomas Schmidheiny testimonierà il 5 luglio al megaprocesso amianto di Torino.
Lo ha citato il procuratore della Repubblica di Torino Raffaele Guariniello e la notizia è stata ufficializzata al termine dell'udienza odierna quando è stato fatto il programma per i prossimi appuntamenti.
Lunedì prossimo ci saranno in aula Ezio Bontempelli, ex dipendente Eternit, responsabile del SIL (servizio Igiene del Lavoro) e Romana Blasotti Pavesi, presidente della Associazione Familiari Vittime dell'amianto.
Poi il 5 luglio verranno probabilmente sentiti sia Thomas Schmidheiny, fratello di uno dei due imputati, Stephan, sia Leo Mittelholzer, il manager che aveva seguito la fase finale della Eternit, quella che ha coinciso con la messa in liquidazione e il fallimento.
Ma su cosa testimonieranno? Una previsione sarebbe impossibile ma certamente potrebbero aiutare a far luce su chi si occupava del settore amianto in famiglia.
Secondo le informazioni a disposizione infatti quando il padre Max Schmidheiny si ritirò dall'attività divise le aziende di famiglia fra due settori: a Stephan toccò il ramo dell'amianto e a Thomas quello del cemento.
Oggi al processo hanno invece deposto il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino e l'ex presidente della Regione Antonio Bassolino, il presidente della regione Emilia Romagna Vasco Errani e il sindaco di Rubiera Lorena Baccarani, oltre a due tecnici indicati dagli amministratori per rispondere a questioni di dettaglio.
Il terrore della gente di Bagnoli
Estremamente incisiva la deposizione della Iervolino: che ha sottolineato la «paura, a volte il terrore tuttora sussistente» tra la gente di Bagnoli a causa del lungo periodo di latenza delle malattie asbesto correlate che ipotizzano un picco di vittime tra 2011 e 2012.
Nello stabilimento di Bagnoli, ha sottolineato il sindaco di Napoli, c'erano quattro docce per gli uomini e tre per le donne e non avevano la lavanderia e quindi le mogli lavavano gli indumenti pieni di polvere di amianto.
E poi le «mascherine che erano sostanzialmente inesistenti», e la «scena inutile e umiliante delle visite mediche che si facevano all'interno dello stabilimento», tutti in fila e se veniva fuori qualcosa si diceva invariabilmente: «Hai un po' di bronchite, stai attento a fumare poco. E ma di fronte a questi primi accenni di malattia è stata fatta una terapia che li potesse aiutare».
Impressionante anche la cifra investita per la bonifica degli ex stabilimenti Eternit e della vicina Ilva: in tutto 90 milioni di euro.
Le offerte di denaro per «togliersi dai piedi»
E proprio sulla bonifica il pm Gianfranco Colace ha chiesto se uno degli imputati - lo svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Jean Luois de Cartier de la Marchienne – si siano mai fatti vivi per finanziare o sostenere le bonifiche.
«No - ha detto la Iervolino rafforzando anche la propria affermazione con il gesto del dito – finanziamenti privati non ce ne sono stati e nessuno ha mai preso contatti con il Comune o con i lavoratori, che stiamo aiutando a costituirsi in associazione. Ci sono invece stati tentativi non proprio nobili di offerte di denaro per declinare la costituzione di parte civile o situazioni di posizioni processuali... Offerte che sono state scartate e ritenute offensive!».
Cosa intendeva dire di preciso?, abbiamo chiesto al sindaco di Napoli al termine dell'udienza.
«Che hanno avvicinato i lavoratori e gli hanno detto “Ti diamo 50mila euro e tu ti togli dai piedi”...»
NELLA FOTO DA SINISTRA: IL SINDACO DI NAPOLI IERVOLINO, ANTONIO BASSOLINO E Il SINDACO DI RUBIERA LORENA BACCARANI. SOTTO LA DEPOSIZIONE DI BASSOLINO.