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Esami di Stato
Gli studenti casalesi tra “placet” e critiche alla nuova maturità
Un giro di opinioni tra gli alunni dei tre Istituti

L’esame di Maturità è stato definito nella sua nuova formulazione che prevede una prova di italiano scritta generale per tutte le scuole italiane, una seconda prova scritta riferita all’indirizzo e definita internamente gli istituti e una prova orale. Modificato il peso dei punteggi, che va ad equilibrarsi al 50% tra esame e percorso del triennio, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi resta ora fermo nella sua posizione, malgrado le proteste studentesche delle ultime settimane. Abbiamo sentito cosa ne pensano alcuni maturandi monferrini.
«È stata fatta una cosa utile ma, allo stesso tempo, sbagliata nelle modalità. La nostra annata è figlia di ben due anni di Dad - commenta Alice Russo (V Liceo Classico IIS Balbo) - La comunicazione è giunta tardiva, dopo mesi di preparazione sul maxi orale. Sarebbe stato meglio prevedere la seconda prova da subito con l’ipotesi di annullamento solo in caso di peggioramento dell’emergenza sanitaria».
«Sono, invece, molto contenta dell’introduzione del tema - prosegue Alice Russo - fondamentale per esercitare la nostra lingua correttamente. Per il futuro, penso che dovrebbe essere valorizzato maggiormente il percorso di studi, in modo tale da evidenziare il cambiamento dello studente, più che una prova di poche ore, in cui si è anche emozionati. A spaventarmi, è la poca chiarezza e l’ipotesi che l’esame possa variare ancora. Vorrei vivere serenamente gli ultimi mesi senza troppe pressioni con l’ansia di una nuova circolare e il dover cambiare ancora il metodo di preparazione».
“Ci siamo sentiti presi un po’ alla sprovvista - prosegue Sabrina Foto (VAL Linguistico IIS Balbo) - Pensavamo di fare solo la prima prova e l’orale. Grazie alla vaccinazione, quest’anno siamo stati più fortunati rispetto ai due anni precedenti e abbiamo potuto frequentare bene. Avendo, tuttavia, due anni di Dad con un programma un po’ ridotto alle spalle, la seconda prova un po’ ci spaventa, ma credo recupereremo. In futuro credo ci siano tutte le condizioni per tornare alla normalità pressoché piena».
Così, Giacomo Lorenzo Giarola (VA AFM IIS Leardi): «Penso che questa formula d’esame sia corretta perché quest’anno abbiamo frequentato praticamente sempre in presenza. Non comprendo il motivo di tante proteste studentesche. Siamo una generazione molto tecnologica e con molti strumenti a disposizione per poter approfondire e colmare i gap. Teniamo inoltre conto che il secondo scritto non arriva dal Ministero e la valutazione del triennio pesa per il 50%. È ora che ci sia un ritorno alla normalità; la Maturità dovrebbe presto tornare all’impostazione preCovid. La formula degli ultimi due anni è stata più semplice, ma un esame non deve essere semplice».
«Sebbene non si possa generalizzare, credo che in questi ultimi tre anni molti studenti abbiano avuto difficoltà ad acquisire le competenze necessarie per affrontare un esame così strutturato - commenta Alice Di Camillo (5 Turismo IIS Leardi) - Quest’anno non può essere paragonato ai due precedenti, anche se il Covid è ancora tra noi e, con paure diffuse a più livelli, mi pare non ci sia ancora una situazione di normalità. Per me, la Maturità dovrebbe consistere in una prova scritta e una orale. La prima prova, in particolare, la ritengo giusta perché siamo abituati da sempre a svolgere temi».
«Abbiamo sempre avuto l’opportunità di raggiungere la fascia massima di crediti e il peso ridimensionato della Maturità va nella giusta direzione - prosegue Alberto Racerro (V Scienze Applicate Cambridge IIS Sobrero) - Il solo orale sarebbe stato una scappatoia. È giusto che la Maturità sia qualcosa di serio che risulti anche meglio spendibile nel mondo del lavoro. Insomma un titolo che abbia maggior peso rispetto ai due anni precedenti. Non mi sento parte della protesta studentesca; quest’ultimo anno non è paragonabile ai precedenti. Questa Maturità va bene così, forse sarebbe stata utile più chiarezza fin da subito. A spaventare è l’idea di essere giudicati in pochi giorni rispetto ad un percorso di cinque anni, ma questo succede da sempre».
Così, Samuele Beuchod (VA Chimica Itis Sobrero): «Sono indubbie le difficoltà degli ultimi due anni, sia dal punto di vista dello studio sia mentale. Andrò, forse, contro corrente, ma credo che questa Maturità sia giusta così e dovrebbe perdurare fino alla fine di questo ciclo generazionale coinvolto dalla pandemia. Inoltre, la seconda prova elaborata internamente sarà un indubbio vantaggio. Quest’ultimo anno non è assolutamente paragonabile ai due precedenti. In primis, perché possiamo andare a scuola: il contatto umano è un punto fermo ed è la cosa più importante venuta meno nei due anni precedenti. Certo, abbiamo dovuto recuperare ritmi e impegno, ma tutti insieme ce la si può fare. Circa le proteste studentesche, credo che per chi ha dimostrato impegno le difficoltà non si siano dimostrate tanto evidenti. L’unica paura resta l’esaminatore esterno in commissione che dovrebbe valutarci in pochi minuti senza sapere nulla di noi».
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