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Una richiesta partita da Casale
Salvò la famiglia Morello: riconosciuto tra i “Giusti”
La ricerca del nipote Davide con l’aiuto di Fabrizio Meni
È andata a buon fine la “pratica” di inserire tra i “Giusti fra le Nazioni” a Gerusalemme don Stefano Cossavella parroco di Muriaglio sulle colline del Canavese.
Il riconoscimento è dell’Ente per la memoria della Shoah. Ne scriviamo perchè riguarda la famiglia di un medico molto conosciuto a Casale, Armando Morello. Armando, ebreo, per poter lavorare abiurò, ma questo non lo salvò dal pericolo tanto che nel 1943 decise di fuggire da Casale con la moglie Maria Gagliardone (che era cattolica) e i figli Vittorio di dieci anni (scomparso a Casale nel novembre 2013), Luciano di sette (oggi vive in Usa) e Maria Grazia di due (abita a Casale in zona Giardini). In Canavese abitavano parenti di Maria Gagliardone.
«Il primo rifugio - ci racconta oggi Maria Grazia Morello - era un cascinale sul paese di Muriaglio, dormivamo nel fienile... Arriva l’inverno e il parroco don Stefano si impietosisce e con suo grave pericolo ci accoglie in canonica...». Davide, figlio di Vittorio, nel giugno 2020 con l’aiuto dello storico Fabrizio Meni fa partire la richiesta di “Giusti” per Gerusalemme; tra gli allegati un ritaglio di Specchio dei tempi del quotidiano La Stampa a firma Armando Morello il 7 luglio del 1965, che, prendendo spunto dalla morte di don Stefano avvenuta il 2 luglio, scrive:«Perseguitato e ricercato, nel settembre del ’43, capitai a Muriaglio con la mia famiglia; don Cossavella ci accolse e sistemò in parrocchia, esponendosi a gravissimo rischio, con amore, affetto e assoluta dedizione. Ci difese da ogni pericolo, arrivando a costruire, in casa, un rifugio sicuro e inaccessibile. Stemmo con lui oltre venti mesi, durante i quali affrontò i vari rastrellamenti con fermezza, coraggio e abnegazione, per difendere i suoi parrocchiani, per proteggere me e la mia famiglia…. Ho avuto nel momento più disperato della mia vita la somma ventura di trovare un secondo padre...».
Poi nel suo intervento il dottor Morello cita un altro episodio che tocca da vicino la famiglia: «Alla fine di aprile del ’45, l’orda barbara di nazisti raggiunse Ozegna e Castellamonte: qui, catturarono e uccisero (il 1° maggio, ndr) mio fratello tenente Sergio che, di Castellamonte liberata, aveva preso il comando. Don Cossavella fu tra i primi ad affrontare i nazisti per cercare di ricuperare i poveri resti di Sergio e, poiché le belve inferocite non davano il permesso di traslare la salma a Muriaglio, egli attese la notte e, con alcuni fedeli amici, la trafugò e la trasporto in parrocchia dove allestì la camera ardente».
C’è stato ancora un supplemento alle testimonianze con il ritrovamento da parte di Meni di una vecchia intervista registrata ad Armando Morello dove parlava di questi episodi.
«Il conferimento della onorificenza con la nostra storia - ci dice Davide - ci è giunto quasi a sorpresa, quando non ci speravamo; ho avvisato il nipote del parroco Alessandro Viglia Atton, l’Anpi con cui stiamo approfondendo le ricerche sulla figura dello zio Sergio e la Comunità Ebraica di Casale; siano tutti soddisfatti».
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