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Siltal, ancora ritardi per i pagamenti. Lavoratori esasperati: "bloccheremo lo stabilimento"

È ricominciata la produzione alla Siltal dopo la pausa per le festività di Ognissanti. Nello stabilimento di Ticineto si lavora però ancora a ranghi ridotti, su due linee, una di congelatori e una di asciugatori. Intanto le organizzazioni sindacali, visto che non si è sbloccata la questione relativa alla firma per ottenere dalla Provincia l'anticipazione della cassa integrazione, hanno chiesto al ministero di convocare una riunione con i commissari ministeriali «per capire quali sono le ragioni per cui non è ancora stata sottoscritta la richiesta di anticipazione», dice Tonio Anselmo, Fim. Altro problema l'erogazione dell'anticipo della cassa per i lavoratori della Siltal, complicata si è giustificata l'azienda nei giorni scorsi, da questioni informatiche. Ieri i tecnici erano al lavoro per risolvere la questione, visto che l'azienda ha giustificato il ritardo con difficoltà informatiche. Ma alle 19 i sindacati hanno appreso che non c'era nessuna data certa per l'erogazione dell'anticipo, già da alcuni giorni a disposizione della Siltal. «L'azienda non ci dà certezza di pagamento a breve, entro la settimana – ha comentato ieri sera, lunedì,verso le 19 Anselmo - e non possiamo accettare questa posizione, che riteniamo assurda; prenderemo iniziative. La prima tappa sarà una assemblea con i lavoratori che avrà luogo mercoledì mattina e decideremo cosa fare. «Non si può tollerare che i lavoratori debbano aspettare un pagamento che da parte della Provincia è già avvenuto. Hanno già abbastanza problemi. Non escludiamo di chiedere incontri a livello provinciale». I lavoratori sono comprensibilmente esasperati, non credono alla spiegazione dei problemi informatici e si chiedono «che fine hanno fatto i soldi». Per tutti si tratta di una situazione ormai veramente critica, visto che da luglio a oggi hanno percepito in media solamente il pagamento di un mezzo stipendio relativo a una quindicina di giorni di lavoro di agosto. Una situazione tanto più grave se si pensa che si trascina ormai da anni «Io – dice un lavoratore – sono da 18 mesi di cassa integrazione, lavoro non se ne trova, come si fa andare avanti? Invece di fare il ponte potevano lavorare per preparare le buste. Noi siamo pronti a bloccare lo stabilimento...». E un altro osserva: «Ci si lamenta perché si fatica a vivere con mille euro di stipendio. Quale stipendio?, ci chiediamo noi...».

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Lorena Balbo

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