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Venerdì 11 luglio

Le criticità e le proposte per la rete socio-sanitaria territoriale

I sindaci del Distretto di Alessandria-Valenza consegnano alla Regione Piemonte un documento unitario

Si è tenuta venerdì 11 luglio la Conferenza dei sindaci dell’Asl Al, durante la quale il presidente del Distretto socio-sanitario di Alessandria-Valenza, Gianluca Colletti, nonché sindaco del Comune di Castelletto Monferrato, ha presentato e discusso con l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi un documento ufficiale condiviso, «frutto di un lungo lavoro di ascolto, confronto e analisi condotto nel biennio 2024-2025. Il documento – approvato dal Comitato dei sindaci del Distretto e supportato da contributi dei Comuni, del Cissaca, dell’APSP “Case di Riposo di Solero” e delle rappresentanze sindacali locali – è stato redatto con l’obiettivo di rappresentare in modo chiaro e costruttivo le principali criticità che gravano sulla rete socio-sanitaria territoriale, chiedendo alla Regione Piemonte risposte concrete e misure strutturali da includere nel nuovo Piano Socio-Sanitario regionale».

Il documento si concentra su tre aree critiche, ritenute ormai prioritarie e urgenti:

1. Emergenza residenzialità per anziani fragili
Il caso simbolico analizzato è quello dell’APSP “Case di Riposo di Solero”, ente pubblico con due sedi e 96 posti letto, di cui 78 accreditati ma solo 30% convenzionati con il Sistema Sanitario Regionale. Ciò comporta una retta giornaliera a carico delle famiglie di circa 80 euro, con effetti sociali insostenibili e il concreto rischio di abbandono della struttura pubblica. Il Distretto chiede:

  • Un immediato incremento dei posti convenzionati per garantire equità di accesso;
  • Il sostegno alla continuità gestionale degli enti pubblici accreditati;
  • Un alleggerimento del carico amministrativo, che ostacola la sostenibilità degli attuali presìdi pubblici.

2. Medicina di base nei piccoli Comuni: una rete che si sta sgretolando
Particolarmente allarmante è la condizione della medicina di base nelle aree più periferiche del Distretto: carenza cronica di medici, ricambio generazionale difficoltoso, giovani incaricati in attesa di effettuare il corso triennale di MMG e costi di gestione ambulatoriale sempre più a carico dei Comuni. Le conseguenze sono:

  • Anziani disorientati e senza riferimenti stabili;
  • Crescita esponenziale della pressione su Pronto Soccorso e RSA;
  • Aumento delle cronicità non trattate a domicilio.

Il Distretto richiede:

  • L’aumento del numero di accessi annuali al corso MMG triennale;
  • Incentivi (anche obblighi) per garantire un medico stabile in ogni ambito comunale;
  • Cofinanziamenti regionali per realizzare o adeguare sedi ambulatoriali comunali.

3. Emergenza salute mentale e minori fragili
In costante aumento il disagio psichico in età adulta e adolescenziale. I Centri di Salute Mentale dell’ASL AL sono sotto organico, con tempi di presa in carico incompatibili con la gravità dei casi. Il disagio nei minori, in particolare, è divenuto una vera emergenza: ricoveri brevi all’Ospedale Infantile, dimissioni rapide e inserimenti costosi (e spesso inefficaci) in comunità terapeutiche.
Il Distretto propone una sperimentazione territoriale di un servizio intermedio per minori post-ricovero, con elevato rapporto operatori/utenti, reperibilità neuropsichiatrica h24, forte coinvolgimento familiare e apertura alla rete dei servizi sociali territoriali. Un modello che potrebbe ridurre i ricoveri ripetuti e garantire maggiore efficacia nel lungo periodo.

Accanto alle tre aree prioritarie, la relazione inviata alla Regione include anche una serie di richieste condivise tra Comuni e rappresentanze sindacali, tra cui:

  • Mobilità sanitaria: sviluppo di una rete di trasporto pubblico integrata che colleghi Comuni, presidi ospedalieri, case della comunità e strutture ASL;
  • Attuazione concreta della Legge 33/2023, con risorse adeguate e piani territoriali per il sostegno alla non autosufficienza;
  • Potenziamento dei consultori familiari e della rete per la salute mentale, in particolare per i soggetti senza fissa dimora;
  • Welfare abitativo integrato: nuovi modelli di co-abitazione sociale e servizi leggeri a sostegno di famiglie fragili, anziani e adulti con disabilità.

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Mario Ronco

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