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  • 14 settembre 2017
  • Casale Monferrato

La vendemmia 2017 sarà tra le più scarse del dopoguerra, ma la qualità è salva

La vendemmia 2017 sarà tra le più scarse del dopoguerra, ma la qualità è salva e l'Italia manterrà comunque il primato mondiale tra i produttori. E' quanto emerge da un'analisi della Coldiretti mentre l'attività di raccolta sta entrando nella sua fase clou. A determinare il calo della produzione è stato il bizzarro andamento climatico con un inverno asciutto e più mite, un precoce germogliamento della vite che ha favorito danni da gelate tardive ma anche siccità persistente e episodi localizzati di grandinate. La conseguenza un calo dei raccolti del 24% per una produzione che supererà appena i 41,1 milioni di ettolitri, tra le più scarse dal 1947.

Dati che si ritrovano anche in Piemonte dove la vendemmia, per effetto del caldo e della siccità, si classifica come tra le più precoci a memoria d’uomo e registra un calo produttivo a causa dell’andamento climatico. La gelata tardiva del maggio scorso ha influito in modo decisamente negativo sulla vegetazione ormai formata mentre l’inverno asciutto e mite ha portato ad un precoce germogliamento della vite.

“Rispetto ad una classica annata siamo sicuramente in anticipo con la raccolta che, ad esempio, per l’Alta Langa è iniziata già prima di Ferragosto e per il Moscato appena dopo  - spiega Roberto Cabiale vicepresidente di Coldiretti Piemonte con delega al settore vitivinicolo – Anche per il Barolo si inizierà la vendemmia con un anticipo di  circa 15-20 giorni  proprio a causa dell’estate asciutta che abbiamo avuto. Non molto diverso lo scenario anche nell’alto Piemonte dove si sta ultimando la raccolta dell’Erbaluce, della Croatina e del Vespolina. Rimangono da vendemmiare il Nebbiolo, sia da Barbaresco sia da Barolo, ed una parte di Barbera. Certo, il clima particolarmente bizzarro – conclude - ha causato un calo della produzione in tutta la regione circa del 25 per cento compensato, però, da un’ottima qualità delle uve che faranno ricordare la produzione 2017. Infine, contestualmente col calo produttivo di quest’anno, stanno aumentando le richieste delle ultime scorte dell’annata 2016 con una conseguente rivalutazione del valore delle denominazioni”.

“Vista la produzione ridotta, auspichiamo venga comunque valorizzata in modo idoneo tutta la filiera e remunerato adeguatamente il lavoro dei nostri produttori – sottolineano Delia Revelli presidente Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – Sicuramente, per poter ultimare la vendemmia nel migliore dei modi e mantenere un alto standard qualitativo, sarà d’aiuto il permanere di un clima favorevole in questo periodo. Il vino Made in Piemonte rimane molto richiesto all’estero ed aumenta, oltretutto, come sta avvenendo anche a livello nazionale, la domanda per il vino biologico: attualmente nella nostra regione sono 20 mila gli ettari destinati a questo tipo di produzione. Segno di un’agricoltura sempre più green e di un’attenzione maggiore da parte dei nostri imprenditori verso l’ambiente”.


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