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Le tradizioni e la campagna

Il Monferrato sugli scudi al Festival delle Sagre di Asti

Da Moncalvo a Grazzano, da Calliano a Viarigi...

La campagna diventa protagonista con le sue facce e i suoi abiti, con i trattori e la gente. Scende dalle colline, raduna gli agricoltori, vecchi e nuovi, unisce i giovani universitari che durante la settimana studiano nelle grandi città e i piccoli che ancora non hanno iniziato l’anno scolastico. Tutti insieme sui carri e lungo le vie della città a rappresentare scene di tradizione e lavoro. Basta un vecchio artigiano a battere l’incudine o una massaia a scodellare la polenta appena cotta per strappare gli applausi al mare di folla che domenica mattina ha accompagnato la tradizionale sfilata storica per le vie di Asti, animata da oltre tremila figuranti in costumi d’epoca, a piedi, sui carri trainati dai buoi e dai trattori “a testa calda”. Ogni paese, con la sua pro loco, mette in scena il lavoro nei campi, i mestieri tradizionali, le feste contadine e i riti religiosi, dalla vendemmia al battesimo, dalla battitura del grano alla festa di leva. Una celebrazione che prima di tutto è la rivincita della campagna sulla città, la vittoria della provincia sul capoluogo. Una passerella di volti e di dialetti per dire che se anche alcuni mestieri non esistono più, come l’anciuè o l’ombrellaio, i valori della tradizione sono ancora solidi nelle nostre campagne e vivi nei giovani.

Protagoniste della sfilata le pro loco dei paesi che per tutta l’estate si sono dedicate con cura all’allestimento dei carri e degli abiti tradizionali. Moncalvo quest’anno è tornato all'antico e ha riproposto, come tema della sfilata, il "mërcà del giòbia": il classico mercato di una volta. C’è la signora che porta le uova nel cestino della bicicletta, il sindaco vestito di tutto punto che legge il giornale, la nonna non lo scialle in testa che cerca il gomitolo nel banco della merciaia per confezionare una sciarpa nuova al nipotino. Tante le figure della tradizione, oggi quasi del tutto scomparse, come l’anciuè, l’acciugaio. Il tema della rievocazione storica di Calliano ha riguardato la storica Fonte Pirenta, situata nel fondovalle del paese, conosciuta per le sue proprietà depurative e curative. Grazzano invece ha proposto il tema sacro del Venerdì santo che affonda nella fede popolare e nel divieto di suonare le campane i tre giorni che precedono la Pasqua. Molto curati gli abiti dei figurati così come il carro con la rappresentazione della chiesa parrocchiale. Viarigi invece si è presentata con il nuovo tema della fienagione, in piemontese “al maseng”, che in campagna era uno dei momenti fondamentali della vita agricola di metà Novecento, conseguenza del taglio dei prati che avveniva a ridosso della luna di maggio, da cui deriva appunto il nome maggengo. Un’attività che impegnava tutto il nucleo familiare e i vicini che si riunivano per tagliare, caricare sul carro trainato dai buoi e infine “mettere in cascina” il fieno.

Pizzi, manichini, orli provvisori e prove allo specchio invece, per “Le sarte di Monctechiaro”, mentre Montiglio si è dedica al tema dell’acqua, elemento essenziale di vita e di lavoro nel Monferrato agli inizia del ‘900.

La sfilata storica si è conclusa in piazza Campo del Palio dove è andato inscena il 46° Festival delle sagre Astigiane. Da sabato sera a domenica 41 pro loco astigiane hanno accolto oltre duecento mila affamati provenienti dall’Italia e dall’estero intenzionati a degustare le specialità culinarie del territorio. Presenti anche alcune pro loco del nostro territorio come Moncalvo che a servire il Sontuoso Bollito aveva il sindaco Christian Orecchia e Grazzano Badoglio che in cucina aveva tra gli altri Pina Fracchia, 85 anni, che da 45 prepara la soma d’aj e il pomodoro per migliaia di fette di pane abbrustolito.

Code incredibili invece allo stand di Calliano tanto che a fermarsi sono state anche le telecamere di Mediaset per intervistare i componenti della Pro loco e farsi spiegare il successo degli agnolotti d’asino. Soddisfatti anche dalle pro loco di Viarigi che hanno cucinato gli agnolotti “alla moda di Viarigi con sugo d’arrosto”, Montechiaro con il risotto al tartufo e da Montiglio con  le uova al tegamino con tartufo e polenta.


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Silvio Morando

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