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  • 07 agosto 2015
  • Casale Monferrato

Quanti anni (e rifiuti) potrà contare la discarica Bazzani?

Scrivo in merito agli articoli in cui vengono mosse critiche al passato CDA di Cosmo Spa e al CCR di essere causa di un possibile stato emergenziale riguardante la Discarica Bazzani, esprimendo il mio disappunto su diversi passaggi. Durante la passata amministrazione Demezzi furono monitorate ogni anno con attenzione le volumetrie residuali riguardanti l’intero corpo della Discarica Bazzani. Queste misurazioni venivano riportate in appositi volumi redatti da Cosmo SpA consultabili presso l’Uff. Ecologia del Comune di Casale (Relazioni Annuali ai sensi Prov. Aut. AIA Prot. Gen. N° 20090043303 – 27/09/2009). Vi erano contenute pagine concernenti le determine dirigenziali recanti la firma del direttore generale di Cosmo SpA , il quale attestava le volumetrie residue della discarica che venivano inviate alla Provincia di Alessandria presso l’ Uff. Ecologia, anno per anno. Inoltre la consultazione di questi volumi serviva allo scrivente annualmente per approvare i bilanci della Società Cosmo SpA. Infatti con una attenta analisi dei medesimi documenti si potevano comprendere inequivocabili dinamiche aziendali. Pertanto vorrei ricordare che l’AIA di aggiornamento (rilasciata dalla Prov. di Alessandria anno 2014) riporta alla pagina 8 le volumetrie residuali confermando le precedenti determine dirigenziali firmate sempre anno per anno. All’inizio del corrente anno sorge la questione che la discarica poteva avere solo 2 anni o poco più di vita, corrispondenti a circa 32.000 mc. di possibili abbancamenti di rifiuti solidi urbani (nel corso dell’anno 2014 si riteneva di avere ancora un quinto lotto di 75mila metri cubi). Pertanto la responsabilità di ciò non ricade sulla passata amministrazione Demezzi o degli allora amministratori del CCR, ma bensì sugli uffici competenti della società: sono loro che dovevano monitorare anno per anno l’effettiva capacità dell’intero corpo discarica. Inoltre vorrei ripercorrere fatti avvenuti al momento della mia nomina presso la società, che è storia passata: consiglierei all’attuale CdA di Cosmo di leggere il bilancio riferito all’anno 2009, in cui si descrive una sorta di “auto schiacciamento” avvenuto sul corpo della discarica. Questa caratteristica determinò una rilevante economia dei costi, che si concretizzò in una contrazione di circa settecentomila euro tra ammortamenti, accantonamenti post chiusura e post mortem. Rammento con sconcerto però che alla fine dell’anno 2008 la società paventava di chiudere un bilancio in netta perdita (poi concluso con un utile di non poco conto) ; ciò provocò allora un aumento della tassa rifiuti solidi urbani per l’anno successivo.Vorrei poi sintetizzare un passaggio contenuto in un documento del CCR (Osservazioni al Bilancio Consuntivo 2008 e Budget 2009 Cosmo SpA)dell’allora presidente Spinoglio, il quale si rammaricava nell’anno 2009 di avere più volte sollecitato l’azienda a produrre report mensili completi in tempi rapidi, per consentire un attento monitoraggio evitando costi non preventivati e non autorizzati, che, inseriti a consuntivo, vanno inevitabilmente a carico dei contribuenti del consorzio. Pertanto il CdA di Cosmo deve ricercare le mancanze non all’esterno, ma all’interno dell’azienda stessa. Per quanto riguarda la convenienza o meno di realizzare un 6° lotto di ampliamento, la passata amministrazione e il CCR ritennero su basi tecniche e contabili che fosse conveniente per i Comuni soci (cioè per i contribuenti) conferire i rifiuti solidi urbani presso altre discariche: cosa che sottolineo con numeri alla mano e non a parole. L’ampliamento che si vuole realizzare serve solo a consolidare posizioni acquisite e perpetuarle nel tempo? Claudio De Luca Componente Comitato di Controllo Cosmo SpA

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