Articolo »

  • 28 ottobre 2025
  • Casale Monferrato

Per "Si apre il sipario"

Francesco Pannofino apre la stagione teatrale al Municipale con “Rosencrantz e Guildenstern sono morti”

Martedì 28 ottobre, alle ore 21

Francesco Pannofino. visto da Max Ramezzana

Da oltre sessanta anni “Rosencrantz e Guildenstern sono morti” di Tom Stoppard viene rappresentato in tutto il mondo ed è diventato, dunque, un classico amato e apprezzato del teatro contemporaneo. Questa sera, martedì 28 ottobre, alle ore 21 inaugurazione della stagione 2025/2026 al Teatro Municipale, in collaborazione con Piemonte dal Vivo: sul palco, per la regia di Alberto Rizzi, Francesco Pannofino, Francesco Acquaroli e Paolo Sassanelli. 

In questo nuovo allestimento della commedia si è deciso di mescolare l’umorismo inglese di Stoppard alla tradizione comica della Commedia dell’Arte, per creare uno spettacolo che esplori la profonda riflessione esistenzialista/filosofica del testo originale, esaltandone la potenza comica ed emotiva che caratterizza la pièce. Il testo è un Amleto rivisitato, spiato dal buco della serratura attraverso lo sguardo colmo di dabbenaggine dei due protagonisti Rosencrantz e Guildenstern che, quando guardano l’intera vicenda del principe danese, ne colgono soltanto i tratti surreali e farseschi. A presentarci lo spettacolo, un’ora e venti di atto unico, Francesco Pannofino, celebre attore e doppiatore, che ci porta anche un pizzico di Forrest Gump. Biglietti in vendita su VivaTicket e al botteghino del Municipale.

Come può la comicità di Stoppard essere inserita nella tradizione shakespeariana di Amleto?
In Amleto? Non c’è nulla da ridere e Stoppard racconta la vicenda dal punto di vista di questi due poveracci che si trovano inseriti in una storia più grande di loro e osservano da vicino la morte con ironia: muoiono tutti, si uccidono a vicenda. La morte è dappertutto e su questo Stoppard ironizza molto. Sta a noi portarla al pubblico. Non è un umorismo da schiaffi o pernacchie, ma un’ironia molto sottile.

Comicità e irriverenza dei protagonisti permettono di rivelare un salto tra realtà e finzione. Come si rivolgono al pubblico Rosencrantz e Guildenstern?
Non si rivolgono direttamenteal pubblico. In una trama così complicata si aiutano a vicenda, sono ignari di quello che succede, avvertono solo un pericolo che è quello di lasciarci la pelle. Il pubblico però si affeziona a loro due, essendo Rosencrantz e Guildenstern l’occhio critico dello spettacolo per una macchina teatrale abbastanza complicata, che alla fine viene svelata e districata. 

Il ruolo della scenografia: il teatro carro e il teatro elisabettiano, come dialogano nello spettacolo?
La scenografia è straordinaria, teatro elisabettiano e teatro carro interagiscono bene con lo spettacolo. Diventa palazzo reale, nave, teatro, palcoscenico, grazie allo scenografo Luigi Ferrigno. Il teatro si deve avvalere di piccoli trucchi perché il pubblico capisca dove siamo e cosa stiamo facendo. L’idea del regista Alberto Rizzi di svolgere la vicenda attorno a questa casupola è stata azzeccata.

Prevale lo humour britannico o la tradizione comica della commedia dell’arte?
Tutti e due, il regista è stato bravo. Abbiamo tagliato lo humour inglese difficile da comprendere... Tom Stoppard lascia liberi i registi per quel che riguarda speciali accorgimenti, dicendo nella prefazione di eliminare le parti che non fanno ridere. Abbiamo trasformato le performance di questo gruppo di attori e, per la morte di Gonzago, vengono rese simili a quelle della commedia dell’arte.

Quanta attualità c’è nella rilettura di Amleto nel testo di Stoppard?
La lotta per il potere, la bramosia... Sono cose che non passano mai di moda, Shakespeare è grande anche in quello, nel modo di raccontare le vicende umane. Sono sentimenti immortali e tutti si possono ritrovare in queste emozioni. Possiamo dire che Stoppard prende in giro bonariamente Shakespeare, un po’ come se un figlio ridesse del proprio padre quando si fa male... 

A proposito di padri e figli. Qui nello spettacolo recita suo figlio...
Sì, Andrea è bravissimo, interpreta Amleto...fa parte di questo gruppo di attori guidato da Paolo Sassanelli, insieme a Chiara Mascalzoni. Io e Francesco Acquaroli  interpretiamo Rosencrantz e Guildenstern, ruoli che si interscambiano nel testo e addirittura vengono confusi dagli stessi protagonisti.

La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita. Ha pronunciato questa frase doppiando Tom Hanks. Quale personaggio dello spettacolo potrebbe ripeterla?Rosencrantz, non sa mai quello che gli capita, come Forrest Gump. I personaggi filosofeggiano molto sulla morte, sull’esistenza, si chiedono “ma cosa ci stiamo a fare qui”. Una domanda che si fanno tutti gli esseri umani...


Profili monferrini

Questa settimana su "Il Monferrato"

Mauro Bonelli

Mauro Bonelli
Cerca nell’archivio dei profili dal 1871!