Un’impresa... famigliare. Si servono della bimba per coprire le operazioni
di Bruno Cantamessa
Sembrava una tranquilla famigliola in giro al supermercato per fare shopping, particolarmente interessata al materiale informatico. Lui si aggirava tra gli scaffali tenendo in braccio una bimbetta, mentre la moglie - che in realtà sua moglie non era - esaminava attentamente gli scaffali dei personal computer. In realtà era tutta una manovra per “sgraffignare” qualcosa, evitando le telecamere della video sorveglianza. Ma la messinscena è stata smascherata e la “famigliola” è finita nei guai.
Così la Polizia ha denunciato a piede libero una donna rumena di 33 anni e suo cugino di 43, entrambi residenti a Cuneo: sono accusati di concorso in tentato furto aggravato e furto aggravato. Tutto è avvenuto un giorno della settimana scorsa nel negozio “Marco Polo”, nel centro commerciale “La Cittadella”, specializzato nel settore dell’elettronica e dell’audio-video.
Nel pomeriggio di giovedì sono entrati nel punto vendita un uomo e una donna: quest’ultima spingeva una carrozzina con all’interno una bambina di nove mesi risultata poi essere effettivamente sua figlia. Mentre la “famigliola” si attardava nel settore riservato ai computer portatili, i due adulti sono stati notati dal responsabile dell’esercizio che, insospettitosi dal lungo tergiversare della coppia, ha visionato alcune foto di autori di furti messi a segno ai danni della stessa catena commerciale e da essa diffusi a tutti i negozi, e vi ha riconosciuto la donna come l’autrice di almeno altri due furti compiuti in provincia di Novara.
A questo punto è stato richiesto l’intervento della volante del Commissariato: giunti sul posto gli agenti hanno bloccato i due soggetti che sono stati trovati in possesso di tre confezioni di batterie; dalla visione delle immagini a circuito chiuso del sistema di sorveglianza interna, è emerso che la donna aveva tentato di impadronirsi di due computer portatili, svitando con una chiave i bloccaggi metallici con cui la merce viene assicurata agli scaffali, mentre il complice, prendendo in braccio la bambina, fungeva da palo e copriva col suo corpo l’operazione. Ben due computer di ultima generazione sono stati poi rinvenuti staccati e pronti per essere nascosti nel passeggino, al di sotto del quale i poliziotti hanno trovato un borsone che doveva servire a celare i computer sottratti e passare inosservati dal controllo visivo della sicurezza.
Gli accertamenti eseguiti hanno permesso di scoprire che la donna - che risultava avere diversi alias - si era già resa protagonista di numerosi precedenti analoghi, compiuti con lo stesso modus operandi.