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Incontro

“Destini in discesa” per la Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne

La presentazione del libro di Mariaflora Sartor

Dal linguaggio alla trasmissione di un modello culturale patriarcale e maschilista, la donna continua a venir posta in una posizione di inferiorità rispetto all’uomo. Una condizione che persiste nella società, al lavoro e tra le mura domestiche. Sebbene con lievi altalenanze, negli ultimi 20 anni i femminicidi si sono mantenuti pressoché costanti, con una media di una vittima ogni tre giorni. Fatti che sono inarrestabile e raggelante cronaca.

La violenza contro le donne è un fenomeno strutturale, trasversale e complesso che non si risolve da sé. Fondamentali sono le politiche di educazione tra i giovani e di formazione/informazione tra gli adulti, così come il supporto erogato da strutture qualificate e, ultimo ma non ultimo, il rafforzamento delle leggi.

Se ne è parlato sabato scorso alla Biblioteca Civica di Casale Monferrato, durante la presentazione del libro “Destini in discesa” di Mariaflora Sartor, in cui è narrata la testimonianza diretta di un vissuto di violenza assistita dall’autrice e subita dalla madre; incontro arricchito dagli interventi degli psicologi Antonello Raciti e Sarah Sclauzero, nell’ambito degli eventi per la Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne.

Il libro, scritto in età matura (pubblicato ad ottobre 2022) ma riferito all’infanzia e all’adolescenza della Sartor, ripropone in forma diretta ed esplicita episodi di grande dolore e sofferenza, nonché violenza subita, che porteranno la madre ad un destino prematuro e l’autrice a fare i conti, lungo l’intera sua esistenza, con la ripercussione di quei fatti.

“E’ difficile da accettare ma, in casi come quelli narrati da Mariaflora, si tratta di scelte portate avanti con determinazione” ha spiegato la presidente di me.dea Sclauzero; “spesso, le donne faticano a riconoscere l’enormità della dimensione violenta subita e, per questo, non denunciano, bensì subiscono, si chiudono, si isolano e resistono nella relazione violenta. L’accompagnamento deve essere molto lento e rispettoso a partire dall’aiuto a comprendere i sintomi per elaborare, individuare strategie e poi agire. Fondamentale, inoltre, contrastare l’elemento culturale patriarcale che, autorizzando e sdoganando comportamenti di svalorizzazione della figura femminile, è alla base della violenza di genere. Occorre far sapere che esistono i centri antiviolenza che aiutano la donna ad uscire dalla relazione e, se necessario, anche di casa, per essere accolte in ospitalità protette”. Importante, inoltre, il supporto offerto anche ai famigliari, spesso osservatori impotenti, per aiutarli a restare resilienti nella relazione. “Lavorare con le perone vicine è fondamentale, per aiutare la vittima a non chiudersi nell’isolamento, che è la cosa peggiore”.

Testimonianze dirette come quelle di Mariaflora, contribuiscono a risvegliarci dal torpore che ci avvolge, a diventare attente, attivi e partecipi nel processo di cambiamento e nella conquista del diritto di libertà di pensiero e di scelta di vita delle donne.

“Quando ci accorgiamo che nulla si muove verso il meglio, occorre iniziare a cambiare partendo dalle piccole cose” ha concluso Mariaflora che, a piccoli passi, si sta affrancando da un vissuto a cui nessun bambino/a dovrebbe assistere. “Si crede, sbagliando, che le figlie e i figli minori possano non essere permeati dagli episodi di violenza; invece, anche se non assistono direttamente, li percepiscono in ogni forma” ha concluso la Sclauzero; “le loro reazioni, così come, le non reazioni sono il modo di sopravvivere dentro quelle relazioni”.

All’incontro, promosso da Donne Insieme, me.dea, Coop e il Paniere col patrocinio della Città di Casale Monferrato, ha presenziato anche l’Assessore Daniela Sapio.


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Paolo Massobrio

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