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GIMI di Mombello: per i 58 lavoratori continua il contratto di solidarietà. Investimenti sull’automazione?

Prosegue il Contratto di Solidarietà per i 58 lavoratori GIMI di Mombello, in attesa che i vertici aziendali definiscano le sorti della storica azienda dell’elefantino alato (ex Framar), produttrice di scale e assi da stiro da oltre 50 anni. Alla quantificazione di 25 dipendenti in esubero comunicati lo scorso mese di marzo, i lavoratori, attraverso le segreterie provinciali, avevano accettato di sottoscrivere il Contratto di Solidarietà, al fine di vedersi garantito il posto di lavoro, seppur ad orario e, conseguentemente, a stipendio ridotto. La GIMI, presente sul mercato dagli anni ‘70 con lo stabilimento di Monselice nel Padovano, aveva rilevato nel settembre 2010 la Framar, per potenziare il proprio marchio sul mercato internazionale. Per la prima volta, però, lo scorso anno ha chiuso il bilancio in perdita e, da lì, i vertici si sono interrogati sul da farsi. Ad aggravare la situazione l’embargo russo deciso dal Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin dopo le sanzioni impartite al suo Paese dall’Unione Europea. Una decisione che ha di fatto penalizzato le esportazioni del prodotto GIMI all’interno di un mercato florido per l’economia dei Paesi occidentali. “Malgrado la dichiarata situazione di sofferenza - fa sapere Sergio Merli della Cisl - la Gimi non ha mai calato la mannaia, anzi, aggiunge il sindacalista, ha comunicato di voler fare un grosso investimento in materia di automazione delle lavorazioni, nel caso in cui vada a buon fine un importante contatto a livello europeo”. Si tratterà di investire qualche milione di euro per acquistare un macchinario automatico per la produzione di assi da stiro, un’automazione che produrrà tanto lavoro da dover ricorrere al doppio turno lavorativo e, conseguentemente, a ridurre a pochissime unità gli attuali 25 lavoratori in esubero. In prossimità dell’estate si terrà un nuovo incontro con la dirigenza GIMI per fare il punto della situazione. Le segreterie provinciali confidano che l’investimento andrà in porto e che non si parlerà più di esubero, ma di lavoro, crescita e sviluppo.

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Emanuela Pastorelli

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