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  • 15 maggio 2025
  • Casale Monferrato

Cinema

Michele Ricossa: prima l’Oscar ora c’è il David di Donatello

Colorist monferrino

Lo scorso mercoledì, Michele Ricossa, colorist monferrino già vincitore di un Oscar per il miglior cortometraggio con una produzione made in Bollywood diretta da Gonsalves, ha arricchito ulteriormente la sua collezione di trofei aggiudicandosi il David di Donatello 2025.

Questa volta si è distinto con il suo lavoro in “Domenica sera”, la produzione italiana firmata da Matteo Tortone. Con due riconoscimenti di questo calibro nel giro di tre anni, Ricossa si conferma uno dei migliori professionisti italiani della color correction, ma nonostante ciò ricorda sempre le sue origini a cui è rimasto profondamente legato e, dopo il lungo periodo trascorso a Mumbai, da qualche anno è tornato a vivere immerso nelle colline monferrine.

Precisiamo che il lavoro del colorist si concentra principalmente sulla cura dei colori e dell’immagine, sia nel settore cinematografico che in quello pubblicitario.

Il professionista delle arti audiovisive ha iniziato questo percorso, ormai nel lontano 2007, quando dopo un’esperienza come assistant colorist presso i Lumiq Studios di Torino, ha fondato il progetto “No Color”, con cui opera come freelancer tra Torino e Mumbai. È inoltre uno dei fondatori del collettivo italiano “Not Bad Collective”.

Infine ci siamo fatti raccontare questo ultimo successo proprio da lui. «Il corto è un bellissimo spaccato di vita su due ragazzi della periferia torinese - racconta il colorist Michele Ricossa - I protagonisti, giovanissimi attori dilettanti, sono riusciti, così come il regista e tutto il team, a raccontare e a esprimere la realtà cruda e difficile del nostro contemporaneo in maniera naturale e impattante senza perdere quella vena poetica che contraddistingue la pellicola.

Per quanto riguarda il mio ruolo nel film, mi sono occupato della color correction a Imago VFX, studio torinese che ha anche coprodotto il film; qui ho incontrato con piacere il regista e l’attrice protagonista. Ho cercato di mantenere un look senza astrazioni, sulla falsa riga del documentario, cercando di mantenere la concretezza della storia dando un valore aggiunto alle splendide riprese».


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