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Scuola
Settimana corta, la Provincia insiste: «Parta da gennaio»
La Provincia invita i presidi a fornire numeri e provenienza della popolazione scolastica
Al nulla di fatto, quale conclusione dell’incontro in remoto del 2 settembre scorso sulla settimana corata alle scuole superiori, tra la Provincia di Alessandria, i dirigenti scolastici, il Comune e l’Agenzia per i Trasporti piemontese, è di ieri, giovedì, la comunicazione diramata dalla Provincia stessa alle parti, includendo anche il prefetto di Alessandria, ad oggetto «adempimenti conseguenti» che, nella sostanza, rappresenta l’ultima “imposizione/minaccia”, in ordine di tempo, arrecando non poco sconcerto e incredulità nella scuola.
Sostanzialmente, la Provincia invita i presidi a fornire numeri e provenienza della popolazione scolastica, per rimodulare le corse/coincidenze dei mezzi pubblici, con l’obiettivo di attivare, malgrado fosse stato più volte ribadito che ad anno scolastico in corso non ci sarebbero state modifiche, la settimana corta a partire da gennaio 2023. Decisione, sempre, motivata dalla contingenza economica che vede una crescita dei costi energetici. In altre parole, da gennaio termosifoni spenti al sabato, indipendentemente dalle posizioni lungamente motivate dalle diverse scuole.
Riassumendo. Primo: ignorate istanze, contro-proposte e contro-valutazioni dei consumi avanzate da dirigenti; secondo: la Provincia sembrerebbe arrogarsi un diritto che esulerebbe dalle sue competenze (quadro orario/settimana corta); terzo: ancora si pensa localmente ignorando che si tratta di un caso nazionale e che, come tale, va fronteggiato a livello governativo; quinto: nessuna volontà a sondarne la fattibilità tra studenti e famiglie, così, come vorrebbe la prassi; sesto: ignorate, anche, le ripercussioni in termini di didattica e logistica.
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