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  • 05 novembre 2019
  • Quargnento

La tragedia di Quargnento, interviene il sindacato: «Eroi o martiri?»

Questo il messaggio della FP Piemonte-VVF e FP Nazionale: «Il primo sentimento che intendiamo esprimere è di infinita tristezza per quanto accaduto, di profondo cordoglio per le famiglie delle vittime, famiglie che ben conosciamo, perché nel nostro lavoro di dipendenti pubblici, oltre ad essere colleghi, siamo compagni di squadra, ma soprattutto e profondamente amici di famiglia. Il secondo è un sincero augurio di pronta e totale guarigione per i tre feriti, due Vigili del Fuoco ed un Carabiniere, coinvolti nell’esplosione. Si aggiunge però, al dolore per il lutto subito, la rabbia perché ci sentiremo chiamare di nuovo eroi dai cittadini, che amiamo e difendiamo, e dalla politica, che non fa altro che fare promesse ed usarci per illuminare la propria immagine, promesse però che di fatto non mantiene mai. Siamo dipendenti pubblici senza le tutele minime riconosciute a tutte le altre categorie di lavoratori, senza copertura Inail, e pertanto i nostri colleghi feriti dovranno sostenere le spese mediche relative a questa tragedia. Questo non è più accettabile! Siamo i pompieri con le retribuzioni più basse tra i vigili del fuoco d’Europa e mettiamo a rischio la nostra vita per quello che noi non consideriamo un lavoro ma una passione: prestare soccorso. A riflettori spenti la politica si dimenticherà nuovamente del grido di allarme che da tempo ed insistentemente noi come FP CGIL Piemonte stiamo lanciando. Per favore non chiamateci più eroi perché, a pensarci bene, sembriamo sempre un po’ di più martiri. La politica certamente se lo dimenticherà, ma noi purtroppo ce lo ricorderemo, per sempre».

L’Associazione Vittime del Dovere «si stringe al dolore delle famiglie dei tre Vigili del Fuoco, Matteo Gastaldo, Marco Triches e Antonio Candido, che hanno perso la vita nella tragica esplosione avvenuta la scorsa notte in un edificio a QuargnentoIl procuratore di Alessandria, Enrico Cieri, ha effettuato un sopralluogo ove avvenuto il disastro. Al momento, secondo quanto si apprende, non viene esclusa nessuna ipotesi dagli inquirenti, anche se quella del dolo sembra essere la più probabile. La cascina era disabitata e all’interno erano presenti diverse bombole del gas e un timer».

«Non ci sono parole per descrivere l’immenso dolore per questi drammatici accadimenti. Un nuovo triste capitolo della storia del nostro Paese in cui tre uomini di Stato che, indossando una divisa, hanno sacrificato la propria vita in nome dei principi di legalità e giustizia. Alle famiglie di Matteo, Marco e Antonio, manifestiamo il nostro più commosso cordoglio. Ci impegneremo con azioni concrete a mantenere vivo il ricordo di questi valorosi eroi, così come ci adoperiamo quotidianamente portando l’esempio delle ormai troppe numerose vittime che rappresentano una lunga e ininterrotta scia di sangue che addolora l’intero Paese. Proseguiremo, inoltre, con tutte le nostre forze nella battaglia verso la totale equiparazione delle vittime, affinché i superstiti siano tutti indistintamente tutelati. È inquietante apprendere che ci potrebbe essere stata la volontà spietata di spezzare con la violenza delle vite umane. Auspichiamo che vengano accertate le responsabilità di quanto accaduto il prima possibile» ha dichiarato il presidente dell’Associazione Vittime del Dovere, Emanuela Piantadosi, concludendo con un pensiero per i feriti «Un sentito augurio di pronta guarigione ai due Vigili del Fuoco e al carabiniere rimasti feriti: il caposquadra Giuliano Dodero, il vigile Luca Trombetta e il carabiniere Roberto Borlengo».


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