La festa sezionale per il 202° anniversario di fondazione dell’Arma dei Carabinieri, celebrata domenica mattina a Occimiano, ha rappresentato il momento ideale per ricordare anche altri due importanti anniversari per la storia d’Italia: il 70° della nascita della Repubblica e del voto alle donne.
Ad intervenire per primo - nella suggestiva cornice della corte della Villa dei Marchesi Da Passano - è stato il colonnello Giuseppe Grisolia, presidente della sezione casalese dell’Associazione Nazionale Carabinieri in congedo (al suo ultimo anno di mandato), sottolineando anche la coincidenza con un altro compleanno, quello della stessa associazione, fondata a Milano 130 anni fa, nel 1886.
Nel suo intervento Grisolia ha fatto riferimento a un altro evento rilevante nella nostra storia nazionale: il varo della Costituzione. Ha inoltre ricordato che tra i soci della sezione è ancora attivo l’appuntato Giuseppe Salis che in quel lontano frangente storico non solo era presente ma già vestiva l’uniforme dell’Arma, in servizio ai seggi elettorali di Guspini - località della Sardegna allora in provincia di Cagliari, attualmente in provincia di Medio Campidano - senza neppure poter esercitare il diritto di voto avendo solo 19 anni. Il col. Grisolia ha ipotizzato una sorta di ponte ideale, un passaggio di testimone tra il “vecchio” carabiniere del 1946 e la giovane “carabiniera”, simbolo della nuova Italia e della nuova Arma, facendo riferimento a Martina Floris, carabiniere in forza dal mese di ottobre alla stazione di Vignale, la quale, in alta uniforme, ha fatto parte del picchetto d’onore alla cerimonia.
A proseguire l’orazione ufficiale è toccato al generale Giulio Castellani, ribadendo il significativo ruolo nella società civile, pre e post bellica, dei militari della Benemerita, soffermandosi brevemente sulla figura di Brunetto Brunetti, comandante generale nel 1946, e sulla definizione di “figli del popolo al servizio del popolo”, riferita alla missione e al ruolo dell’Arma nella delicata fase di passaggio da monarchia a Repubblica, ma anche al sacrificio di coloro che hanno pagato con la vita l’esercizio del proprio dovere istituzionale. Il prof. Dionigi Roggero ha posto l’accento sul suffragio universale, su alcuni aneddoti legati al voto al gentil sesso nel referendum del ’46 (ad esempio il divieto del rossetto sulle labbra per evitare segni di riconoscimento incollando la scheda), e sulle 21 donne che presero parte ai lavori dell’Assemblea Costituente, «madri costituenti” tra i 556 “padri» della nostra Costituzione. Di questi ultimi ha citato gli otto originari della provincia di Alessandria (tra loro il monferrino Giuseppe Brusasca), per poi evidenziare come la villa che ha ospitato la cerimonia abbia avuto l’onore, nel corso dei secoli, di accogliere due imperatori, Federico Barbarossa nel Medioevo (presso il Castello Cavalla) e Napoleone III nel 1859 nello storico incontro con il re Vittorio Emanuele II durante la seconda guerra d’Indipendenza.
E nell’excursus sull’Arma, «sempre giovane nonostante gli oltre due secoli di vita», ha riconosciuto l’ampio spazio riservato ai soggetti femminili, testimoniato anche in questa occasione con la deposizione della corona d’alloro davanti al Monumento ai Caduti con due carabinieri in alta uniforme, un uomo e una donna. Per ultima è intervenuto il sindaco Valeria Olivieri, particolarmente vicina all’Arma per legami familiari (il padre Dino, scomparso nel 2010, è stato maresciallo nella caserma occimianese) aprendo con una definizione che ne racchiude l’essenza: «L’Arma dei Carabinieri è quella sottile linea rossoblù che attraversa il Paese, rendendo più visibile una storia di grandi e piccoli eroismi, lontani da ogni tentazione di clamore e protagonismo», spiegando, dunque, che si tratta di «un’istituzione specificamente italiana, saldamente radicata nel cuore della società e protettrice dei valori e degli ideali del nostro Paese… un punto di riferimento autorevole e prezioso, il cui modello organizzativo ha bisogno dell’adeguato sostegno nelle scelte politiche ed economiche future per essere garanti della legalità in totale sicurezza».
Ed ha posto in rilievo, da donna, gli enormi passi avanti compiuti negli ultimi decenni che hanno portato anche le donne a rivestire incarichi fondamentali nella vita pubblica.
A nome del Comune di Casale è invece intervenuto il vice sindaco Angelo Di Cosmo, accanto ai sindaci dei Comuni di riferimento della stazione di Occimiano, comprendente anche Giarole, Conzano, Mirabello e Terruggia. Tra le autorità presenti c’erano inoltre l’onorevole Fabio Lavagno e il consigliere provinciale Federico Riboldi. Al termine si è nuovamente formato il corteo guidato dalla Banda musicale “La Filarmonica” diretto in chiesa per la messa concelebrata dal parroco don Gian Paolo Cassano e dal cappellano onorario don Davide Mussone, mentre una delegazione ha reso omaggio al cippo del maggiore generale Angelo Morelli di Casale Popolo, collocato nell’omonima piazza davanti alla locale caserma. In precedenza Grisolia ha dato lettura dei saluti ufficiali del comandante generale Tullio Del Sette e del comandante provinciale Enrico Scandone, prima di rivolgersi con commozione agli alpini presenti manifestando il cordoglio personale e della sezione per la prematura scomparsa di Paolo Cardettini, ufficiale delle penne nere ed ex consigliere comunale a Casale.