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Terapia innovativa

Al Santo Spirito l'emicrania si cura con gli anticorpi monoclonali

In Neurologia praticata dal nuovo primario Delfina Ferrandi

Emicrania: ne soffrono milioni di persone. Trovare rimedi duraturi che vadano al di là dei semplici antinfiammatori, non è cosa facile. Ma adesso, grazie ad alcuni trattamenti mirati, curare il mal di testa cronico è possibile. Per i pazienti con le forme più gravi di emicrania arriva dunque una terapia che consente di ridurre in maniera significativa la frequenza degli attacchi, aumentando il tempo vissuto pienamente, senza le limitazioni imposte dalla malattia.

Questa terapia innovativa viene praticata al Santo Spirito, nel reparto di Neurologia: si tratta del trattamento che utilizza gli anticorpi monoclonali. Ad introdurla è il nuovo primario Delfina Ferrandi. Erenumab – cosi chiama il farmaco ma ci sono anche il Fremanezumab e il Galcanezumab - è il nuovo medicinale che è entrato di recente nella pratica clinica. Si tratta di una molecola che si comporta come un cecchino che entra nell’organismo e agisce specificamente su una piccola proteina coinvolta nei meccanismi che portano al dolore emicranico. Con il blocco del CGRP nei soggetti con emicrania cronica si ottiene un doppio effetto: da una parte si evita l’infiammazione e dall’altra si arresta la trasmissione centrale del dolore.

“Questa terapiaspiega il primario – ha dimostrato una grande efficacia con una riduzione drastica delle crisi. La cefalea può diventare debilitante: il dolore, acuto e pulsante, può anche durare dei giorni ed essere accompagnato da nausea, vomito, fastidio per la luce (fotofobia), per i suoni (fonofobia) e per gli odori (osmofobia). Per gestirlo molti pazienti si affidano unicamente agli antidolorifici mentre è importante intervenire con una vera e propria cura. Le novità in questo campo sono davvero importanti tanto che a chi soffre di questa patologia possiamo dire che è iniziata una nuova era: quella degli anticorpi monoclonali.

In cosa consiste la terapia approvata dall’Aifa, l’Agenzia del Farmaco? “Si tratta di un’iniezione fatta una volta al mese che riduce in modo significativo frequenza e intensità delle crisi, viene quindi ridotto anche l’utilizzo di antidolorifici. Prima di prescriverla il paziente viene visitato in ambulatorio ricostruendo la sua situazione e appurando la frequenza degli episodi. Dopodichè, valutato il caso, si passa alla terapia. Prima c’era un problema non da poco con il farmaco, molto costoso, che era a carico del paziente. Adesso, il farmaco per questa malattia neurologica invalidante riconosciuta come malattia sociale è fortunatamente rimborsato dal Sistema Sanitario Nazionale».

Esistono comunque altre terapie efficaci sull’emicrania come la tossina botulinca. Il botulino non funziona solo per spianare le rughe: secondo i risultati di due studi inglesi pubblicati sulla rivista Cephalalgia dell’International Headache Society la tossina botulinica di tipo A (onabotulinumtoxin A) nell’emicrania cronica riduce in modo significativo gli attacchi. Il botulino sembra agire non tanto a livello “periferico” ma soprattutto a livello”centrale” attraverso l’azione su neurotrasmettitori coinvolti nella genesi del dolore emicranico.

Spiega la Ferrandi: «Una volta iniettato nelle sedi prescritte (testa o collo) il farmaco produce un effetto farmacologico che dura fino a 3 mesi. La procedura viene effettuata in ambulatorio, con impegnativa medica, ogni 12 settimane. Curare l’emicrania è molto importante anche per evitare la cefalea da abuso di antidolorofici: questa è una condizione in cui si trovano molti pazienti che causa un dolore cronicoinvalidante e un alto rischio per la salute. Per questo, sempre presso gli ambulatori di Neurologia, si effettua una vera e propria “disintossicazione” da farmaci, da cui non si può prescindere per iniziare un nuovo, e vero, percorso di cura.


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