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Trifolau

Quanti trucchi alla Fiera del Tartufo!

Intervista a Emilio Lanfrancone, 83 anni

Non facciamo casino, che non ci sto”. A parlare è Emilio Lanfrancone, 83 anni, ingegnere, erede di una stirpe di trifolai e presidente della giuria della Fiera del Tartufo di Moncalvo fin dalla prima edizione del 1954. “Sa quante polemiche ho visto nella mia vita?”, si rivolge a un contestatore non convinto della scelta dei giudici, “abbiamo deciso dopo un’attenta analisi ed è giusto così, si fidi”, taglia corto Lanfrancone.

Sono il padre e lo zio, Enrico ed Eugenio, ad aver lanciato la fiera enogastronomica aleramica divenuta famosa in tutto il mondo. “Io avevo 19 anni – spiega – e subito mi misero nella giuria”. Lei quindi è anche trifolaio? “Certamente, purtroppo però da circa dieci anni le donne della mia famiglia non mi lasciano più andare; sa com’è…l’età, dicono. Il vero trifolaio però, era mio nonno Pietro”.

Ci dica qualcosa di lui allora… “Era un trifolaio ‘vecchia maniera’, oltre che con i cani riusciva a trovare le trifole anche sentendo il rumore che il bastone faceva contro il terreno”. E ne trovava molte? “Tantissime, pensi che è stato il primo al mondo a esportare i tartufi di Moncalvo oltreoceano, addirittura a fine Ottocento. Li chiudeva dentro a delle confezioni di latta che ricopriva all’interno con argilla e altro materiale naturale per non contaminarne il gusto e il profumo”.

Dove li spediva? “Li mandava in nave negli Stati Uniti, Venezuela, Perù, Argentina e poi in Francia. Aveva anche provato a seminarli”. A seminarli? “Sì, e aveva capito che non si può fare, così come l’albero da tartufo, tanto di moda negli ultimi anni, non esiste, è una bufala. Il tartufo nasce in simbiosi con il rovere, il salice, il tiglio, qualche volta anche con il pino”. Nella sua esperienza avrà visto anche tante truffe… “Tantissime. Pensi che negli anni passati alcuni trifolai, o presunti tali, ne facevano di tutti i colori per riuscire a vincere la Trifola d’oro. Uno dei trucchi più famosi consisteva nel prendere due trifole,unirle con uno stuzzicadenti e poi aggiungerci intono fango e argilla per aumentarne il peso”.

Riuscivate a smascherarli? “Sempre”. Il tartufo più grande che ha visto a un’edizione di Moncalvo? “Un chilo e cento grammi”. Quello più grande che ha trovato lei? “Non lo so – ride – non sono mai stato fortunato, ho sempre solo trovato ‘ i balin’ (i piccoli, ndr)”.


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