“Trevigi” di Casale Monferrato: quale destino senza aule scolastiche?
Quale sarà il destino di Palazzo Trevigi una volta liberato dalle aule scolastiche? Se lo chiedono Federico Riboldi (Fratelli d’Italia-AN) ed Emanuele Capra (Lega Nord) che hanno presentato un’interrogazione. «Spiace constatare che l’Amministrazione Palazzetti non abbia tenuto minimamente in considerazione la nostra disponibilità ad aprire un dialogo per valutare proposte alternative alla ristrutturazione di Palazzo Cova per spostare le aule della Scuola Trevigi. È chiaro – sostengono Riboldi e Capra- che la scuola Trevigi andava spostata viste le sue pessime condizioni, ma come abbiamo detto più volte l’operazione sarebbe potuta avvenire in maniera molto meno costosa».
«La precedente Amministrazione - sottolineano Riboldi e Capra - aveva individuato come soluzione lo spostamento della Trevigi presso l’attuale San Paolo, dove ci sarebbe stata tutta, mentre al Cova mancherebbero le aule in quanto se ne potrebbero realizzare 15 quando ne servono 19». Per i due capigruppo «il San Paolo sarebbe stato spostato a Palazzo Hugues. Si sarebbe così realizzata una distribuzione scolastica più razionale poiché si sarebbe avuto un polo scolastico che copriva il centro storico (Comprensivo Anna D’Alencon), un polo che copriva la zona stazione-Borgo Ala-Porta Milano (Comprensivo 2) e un polo che serviva la zona del Valentino (Comprensivo 3), oltre ovviamente alle scuole nelle frazioni che sarebbero rimaste invariate. L’operazione sarebbe costata al massimo un milione e mezzo di euro che sarebbe stato compensato dalla vendita del Cova. Quindi non sarebbe costata nulla ai cittadini. La ristrutturazione del Cova invece ha un costo di oltre 4 milioni, ma ormai l’Amministrazione ha affidato i lavori».
Resta però il problema di che fine farà il complesso Trevigi nel momento che sarà libero dalla scuola: «Sappiamo che la proprietà è dell’Ospedale Maggiore di Milano che difficilmente s’impegnerà in un territorio lontano in una costosa ristrutturazione, visto anche il periodo di crisi. Il complesso rischia di trasformarsi in un rudere nel cuore di Casale. Avevamo intrapreso una serie di incontri con la proprietà finalizzati a trovare soluzioni condivise che consentissero di lasciare in eredità alla città gli edifici storicamente più preziosi del complesso. E’ per questo che abbiamo presentato un’interrogazione al sindaco per sapere quali iniziative abbia intrapreso per evitare lo stato di abbandono».