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Sacerdote monferrino

Mons. Moietta verso la beatificazione

Fu vescovo a Nicastro

«Vi comunico di avere in animo, con i tempi e le modalità che la Chiesa rigorosamente prevede, di fare quanto necessario all’avvio di un’inchiesta diocesana sull’eroicità delle virtù di mons. Moietta, perché se è volontà di Dio e non solo nostro pio desiderio, il suo nome possa assurgere un giorno all’onore degli altari». Sono le parole con cui mons. Serafino Parisi, vescovo di Lamezia Terme, ha annunciato, con una messa celebrata sabato nel 60° anniversario della morte, l’intenzione di dare avvio all’inchiesta preliminare al processo di canonizzazione di mons. Moietta, già vescovo di Nicastro.

Vittorio Moietta nacque a Brusasco il 7 aprile 1913 e, nel 1925, entrò nel seminario di Casale venendo ordinato sacerdote dal vescovo Angrisani il 27 giugno 1937. Dopo alcuni anni come viceparroco a Calliano, Castelletto Merli e Frassinello, il suo primo incarico da parroco lo ebbe nel 1941 a Rolasco e pochi anni dopo, nel 1945, mons. Angrisani lo nominò direttore spirituale del seminario, incarico che mantenne fino al 1961, anno in cui divenne vescovo. L’anno precedente, infatti, mons. Angrisani fu a Roma, in Vaticano, per predicare gli esercizi spirituali d’Avvento alla curia romana. In quell’occasione, papa Giovanni XXIII avvicinò il vescovo casalese chiedendo se, tra il suo clero, ci fosse qualche sacerdote particolarmente indicato a diventare vescovo per una Diocesi della Calabria: Angrisani, dunque, fece il nome di don Moietta che papa Roncalli decise di destinare a guidare la Diocesi di Nicastro (oggi Lamezia Terme). Mons. Moietta fu consacrato vescovo da mons. Angrisani nella cattedrale di Casale il 19 marzo 1961, con co-consacranti i vescovi Evasio Colli di Parma e Giacomo Cannonero di Asti, prendendo poi possesso della Diocesi calabrese il 25 aprile successivo.

Nella sua omelia della messa pontificale di ingresso a Nicastro, il vescovo Moietta tracciò il suo programma: «La nostra deve essere una Diocesi missionaria. Non una Diocesi che si difende e cerca di rallentare il movimento di scristianizzazione, ma una Diocesi di conquista, che spinge ovunque il sangue della verità, che deposita in ogni cuore il fermento evangelico della vita, specie nei cuori dei piccoli».

L’episcopato di mons. Moietta fu breve: nell’estate del 1962 iniziò ad avvertire dolori alla schiena che sfociarono nella diagnosi di un cancro già metastatizzato. Morì il 1° aprile del 1963, alla soglia dei 50 anni, a Nicastro: «Era troppo bello correre, lavorare, andare in mezzo ai bimbi - scrisse nel suo testamento - ma corre per Dio chi sa fermarsi quando Dio lo ferma! La morte di Cristo è la mia sola ricchezza».

Le parole di mons. Parisi

«Fin da quando ho fatto ingresso in diocesi - ha detto il vescovo di Lamezia Terme annunciando l’avvio dell’iter - non ho avuto difficoltà a cogliere la profonda ammirazione che ancora oggi i sacerdoti che lo hanno conosciuto e il popolo nutrono nei confronti di mons. Vittorio Moietta. E tutto questo assume ancora più rilievo se si pensa che, a conti fatti, Moietta è stato vescovo di Nicastro per poco meno di due anni. Segno di una presenza breve ma profetica che ha lasciato un segno nel cuore del nostro popolo. Un vescovo tra la gente e per la gente. È venuto qui e qui ha offerto la sua sofferenza vivendola come un’apertura al mistero di Dio. Quella morte a quell’età e in quelle circostanze è, ancora una volta, un’offerta della propria vita perché, mettendosi da parte, ha lasciato fare a Dio».


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Mario Ronco

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