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  • 05 giugno 2024
  • Alessandria

Mercoledì 5 giugno

I 210 anni dell'Arma ad Alessandria

La celebrazione

Si celebrano oggi, mercoledì 5 giugno, i 210 anni dell'Arma dei Carabinieri nella caserma provinciale di Alessandria al comando del col. Massimiliano Rocco.

Al termine di un altro anno denso di impegni e risultati, l’occasione ha costituito un momento di riflessione sull’operato dell’Arma alessandrina, da sempre stretta alla popolazione, che continua a offrire il proprio contributo non solo in termini di prevenzione e repressione dei reati ma anche nel soccorso e nel sostegno delle fasce più deboli, collaborando con gli Enti e le Istituzioni al servizio della cittadinanza.

Davanti allo schieramento composto da una rappresentanza delle donne e degli uomini che operano quotidianamente attraverso i reparti e le articolazioni dell’Arma, con le cinque Compagnie, le cinquantasei Stazioni, il Reparto Operativo, i Carabinieri Forestali e i reparti speciali, NAS, NOE e NIL, il Colonnello Rocco, alla sua ultima Festa dell’Arma in Alessandria, ha voluto dare spazio alle emozioni, parlando delle persone e dei sentimenti che le animano nell’adempimento del dovere.

«La vita di ogni persona è caratterizzata da fasi, tappe, da momenti in cui qualcosa termina per dare origine ad altro…» ha dichiarato, rivolgendo lo sguardo ai numerosi presenti. «Questo è per me un momento di svolta. Volge infatti al termine il mio percorso di Comandante Provinciale di Alessandria, iniziato nel 2020», abbracciando virtualmente i sedici militari, comandanti di Compagnia, Stazione e di reparti speciali che seguiranno lo stesso percorso, alcuni lasciando la provincia di Alessandria e altri concludendo il servizio attivo.

«A prescindere dall’incarico che a luglio andrò a ricoprire a Milano, il contatto con il territorio, così profondo intenso e immediato, e il rapporto con i miei militari sul campo, so che mi mancheranno».

Il Comandante ha poi rivolto un pensiero alla famiglia: «Chi sceglie di fare il Carabiniere non sceglie una vita comoda, né per sé né per la propria famiglia. I disagi e le rinunce che affrontiamo, e a cui costringiamo i nostri cari, sono ricompensati dalla gratitudine e riconoscenza della gente che reputa la nostra attività “benemerita”».

Quindi un momento di riflessione su chi la divisa la indossa tutti i giorni: «I Carabinieri che avete di fronte hanno poco più di 20 anni e sono ragazze e ragazzi meravigliosi, della migliore e più sana società italiana, felici della vita e desiderosi di viverla appieno. Sono sereni, orgogliosi, fortemente motivati, dal cuore nobile e dagli ideali puri. Hanno studiato duramente per prepararsi alle difficili selezioni che hanno dovuto affrontare. Perché in tanti partecipano al concorso ma solo in pochi lo superano. Sono tutti diplomati, molti di loro laureati, molti altri iscritti all’Università; scelgono di studiare dopo il turno di servizio per ambire a posizioni migliori e a progredire in carriera; sono soldati che si sacrificano ma sono anche ragazzi come i nostri figli».

Un ultimo e importante pensiero è andato alle persone che hanno segnato i quattro anni del Colonnello Rocco al Comando Provinciale di Alessandria e che il Comandante ha voluto ricordare come le storie più care da custodire: «Penso ad Alessio che nel corso di un intervento, dopo una violenta colluttazione con un extracomunitario esagitato, ha subito una grave frattura scomposta… nel suo letto di ospedale, prima di essere operato, che con una disarmante luce negli occhi mi partecipava il suo orgoglio per essere stato chiamato dal Comandante Generale per gli auguri di pronta guarigione. Penso a Fabrizio, che prima di lasciarci, all’esito di una malattia crudele e inesorabile, ha chiesto di essere tumulato con il suo berretto da Brigadiere. Penso ad Antonio, che dedica tutto il suo tempo libero al figlio da troppo tempo prigioniero in un corpo silente e inerme, per una malattia impietosa e vigliacca. Penso ad Andrea, che a breve conseguirà la laurea magistrale in farmacia, e a Francesco, orgogliosissimo per la recente laurea del figlio. Penso a Carmen e Giuseppe, sposi entrambi Marescialli, a cui recentemente è nato Guido, il primo figlio, che magari farà il Carabiniere come i genitori, come la zia Miriam, Maresciallo a Tortona, come lo zio Carabiniere a Mombaruzzo e soprattutto come il nonno, Brigadiere a Napoli. E penso ai miei quattro giovani Carabinieri di origine straniera, Yevheniy dall’Ucraina, Aida e Ariel dall’Albania e El Mahdi dal Marocco, fieri di essere Italiani, orgogliosi di essere Carabinieri».


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