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  • 09 febbraio 2010
  • Casale Monferrato

Evviva Casale-Mantova anche se molti avevano già "seminato" - Ricadute - I Savoia - Stimolo a un percorso culturale

Questi i primi commenti ricevuti dopo la pubblicazione (anche via internet) del protocollo di intesa tra Casale e Mantova MARCHESI DEL MONFERRATO È con estremo piacere che apprendo la notizia della firma del gemellaggio tra la città di Casale e Mantova. Credo che tale iniziativa rappresenti un segnale gratificante per chi, come la nostra Associazione, ha lavorato negli ultimi anni realizzando numerose iniziative culturali volte proprio al recupero di una memoria, non solo storica, ancora in parte da indagare. Mi piace in questa occasione ricordare quando, nel giugno 2007, con gli Amici e collaboratori Massimo Iaretti e Claudio Martinotti, mi recai per la prima volta presso il Comune di Mantova per presentare un progetto scientifico che fu poi realizzato nel corso del 2008 – il III centenario del passaggio del Monferrato dai Gonzaga ai Savoia – progetto che quest’anno si ricollega ad una nuova iniziativa: il V Centenario della nascita di Margherita Paleologo, celebrazioni cui i due Comuni hanno aderito con il loro autorevole patrocinio. Questa è la strada da seguire, quella in cui le associazioni culturali rafforzano le iniziative istituzionali. Voglio pensare che la strada intrapresa porti alla valorizzazione del nostro territorio attraverso le sue grandi potenzialità: storia, turismo ed enogastronomia; i risultati potranno essere raggiunti solo attraverso una stretta collaborazione di tutti i soggetti interessati; da parte nostra, con il recente accordo di collaborazione culturale con Arte e Storia crediamo di aver fatto un piccolo ma importante passo in avanti. Roberto Maestri presidente Circolo Culturale "I Marchesi del Monferrato" *** *** -DA NEW YORK Rileggo il bell’ articolo del gemellaggio con piu’ calma questa mattina. La prima cosa che noto con immenso piacere e’ il desiderio e le organizzazioni che sempre continuano a fiorire a Casale per far ricordare, per non lasciar cadere nel dimenticatio il glorioso ed estramente ricco passato della citta’ sia dal punto storico, che culturale ed artistico. Se ben ricordi, nei lontani anni sessanta avevamo istituito un premio “Marchesato del Monferrato” in cui avevano partecipato illustri pittori e critici italiani. Il premio era impergnato sul glorioso passato di Casale a partire dagli Aleramici. Il “Marchesato del Monferrato” era propio nato dal fatto di voler far conoscere ad una piu’ vasta maggioranza di persone l’illustre storia della nostra citta’. Io ho passato tantissimi anni lontano dall’Italia, ma sento il diritto di poter definire Casale “la mia citta” perche’ mi sento ancora e fortemente partecipe di quanto avviene nella stessa. Il tener vivo il passato non e’ un atto di semplice “nostalgia” per il bel tempo perduto ma un dovere per far conoscere alla generazione attuale il valore, le influenze, le basi di quello che e’ la Casale odierna. Detto tutto quanto sopra non posso che ammirare, apprezzare e attendere informazioni su ulteriori sviluppi del gemellaggio tra Casale e Mantova. Spero di leggere nel prossimo futuro di mostre, di conferenze, di studi per approfondire la comune storia e cultura di due grandi citta’ e chissa’ che possa avere il grande piacere di trovarmi in zona per poter partecipare ad una di queste manifestazioni future. Grazie se mi terrete informata. Cecilia Storick Sr. Vice President, The Storick Group JourneyCorp Travel Management, Inc. 350 Madison Ave, 15th Floor New York, New York 10017 ANNI PERSI Gent.mo Direttore, le allego quanto scritto oggi sui giornali mantovani in merito all'incontro/gemellaggio/protocollo ecc. tra Casale e Mantova.... la domanda però sorge spontanea ricordando le sue e le mie lettere del 2006 e le risposte dell'assessore CALVO di allora ...: ma non si poteva farlo già 4 anni fa??? La "scusa" di allora è che non c'erano soldi...ma non mi pare che oggi ne abbiamo spesi tanti...mah, sono i MISTERI della politica !!! Intanto abbiamo perso 4 anni ...ora vediamo se ci sarà qualcosa di concreto almeno sotto l'aspetto turistico ed enogastronomico come suggerito allora... Cordiali saluti Massimo De Bernardi Direttore Commerciale Palm S.p.A. Via Gerbolina 7 46019 Viadana ( Mantova) *** NON DIMENTICHIAMO L'UNITA' D'ITALIA Di primo acchito, leggendo le ultime cronache, ero tentato di essere polemico. Sono convinto che spesso i i gemellaggi servono per qualche gita sociale, no là e loro qua, conclusa dall'immancabile tavolata, qualche scambio di doni, magari una cronaca su internet. Nel caso di Casale-Mantova, riflettendo con più attenzione su motivazioni e impegni, mi pare di scorgere qualcosa di diverso e di concreto. E' importante però che l'impegno dei vertici istituzionali sia supportato dalla cosiddetta base, nelle due città e nei loro hinterland (parola tanto cara all'amico Carlo Beltrame). Mi riferisco alle associazioni di varia natura, tanto presenti nel Casalese ed in particolare nel capoluogo, da quelle di ottima valenza storico-culturale a quelle che si collegano più concretamente al turismo ed all'enogastronomia. Come si usa dire, devono fare squadra, accettando a valorizzando l'impegno di coordinamento dell'amministrazione comunale. In proposito, mi si consenta una parola di fiducia in particolare nel sindaco Demezzi e nell'assessore Pizzamiglio: mi pare siano persone con gran voglia di fare, che purtroppo si è scontrata e si scontra sovente nella dura realtà delle limitate risorse, ma nel caso della collaborazione casalasco-mantovana qualche piega di bilancio si potrà aprire, anche in virtù della robusta mano che potrà venire dalle associazioni. Un invito: guardiamo a Mantova e ai Gonzaga, ma non dimentichiamo Torino e i Savoia (alias, 150° dell'Unità d'Italia) che in fin dei conti sono stati i nostri ultimi "padroni", anche se illo tempore non ci spiacque barcamenarci un po' tra gli uni e gli altri - non sempore al momento giusto - per averne vantaggi. Sto mettendo insieme una storia della Famiglia dei marchesi Mossi, e loro furono campioni in questo giocare su due tavoli! Infine, per mentalità di mestiere, perchè non pensare anche ad una sorta di gemellaggio per quanto riguarda l'informazione, fondamentale per "svegliare" l'opinione pubblica e farla muovere in modo coordinato!? "Il Monferrato" ha fatto e sta facendo molto (talvolta al limite del foglio di propaganda turistica, nel senso buono, ma Luigi Angelino ha sempre avuto questa meritoria preoccupazione) e dalla sinergia con testate come "Il Giornale di Mantova" o "Cronaca" possono nascere buone iniziative. Aldo Timossi, Morano-Torino, giornalista *** MOMENTO DI GIOIA La recente firma del protocollo d'intesa tra le amministrazioni comunali di Casale Monferrato e di Mantova è stata per me un momento di particolare gioia. Dal 1994 ad oggi ho sempre sostenuto, prima con il Comitato per il gemellaggio, poi per 13 anni come presidente di Progetto Gonzaga, che dal sodalizio tra le due Città, che per quasi 200 anni hanno avuto una Signoria comune (anche se non sempre benigna per le genti monferrine), ne sarebbe potuto nascere qualcosa di positivo per Casale Monferrato, anche in termini concreti. Il rapporto con Mantova può essere davvero un propulsore di flussi turistici per Casale, sia in termini di incoming che di outgoing. E' inutile nasconderselo: la città lombarda ha un turismo ed un respiro culturale, pur con tutti i suoi pregi e difetti, che Casale non ha. Ho già ringraziato il sindaco Giorgio Demezzi e l'assessore Pizzamiglio per avere fatto diventare realtà un sogno, quando chi ha governato in precedenza in realtà a questo non ha mai creduto. E mi pare che le prime ricadute ci siano già, tant'è vero che le stampa lombarda ha dato un certo rilievo a quanto accaduto. Adesso, però, occorre passare alla fase operativa e in questo senso mi permetto di riproporre quelli che potrebbero essere gli "Itinerari dei Gonzaga di Monferrato" che coinvolgano Casale, Crea, Moncalvo e, perché no, Acqui, le cui terme conobbero nuova vita proprio sotto i Gonzaga. Alexala, Mondo,gli operatori pubblici e privati potranno certo fare la loro parte ma è giusto che l'impulso parta proprio, ed unicamente, da Casale, città che è stata troppo volte vittima di "scippi" o di "tentati scippi" della sua identità nel passato più o meno recente (anche se, a onor del vero, i Casalesi molto spesso ci hanno messo del loro). E dico questo perché se è vero che la città vuole esercitare un ruolo di "Capitale del Monferrato" deve da oggi in avanti saperlo esercitare. Per arrivare a dei risultati sovente non occorre necessariamente mettere in campo risorse ingenti, basta crederci fermamente nel profondo del cuore. Mi si permetta di dire che in questo traguardo ho sempre creduto, nonostante i tanti freni a mano incontrati e le riserve di chi non vede oltre il cortile della cascina, doimentico che Casale è fortemente saldata nella pianura padana e che gli sguardi devono andare lontano. Adesso il sogno è diventato realtà Massimo Iaretti *** MEGLIO I GONZAGA, SUI SAVOIA VELO PIETOSO Sull'apprezzabile intervento di Timossi mi limito a ribadire due concetti sui quali si è soffermato: Lui si riferisce alla famiglia Mossi come esempio di "gioco a trarre vantaggi" tra gli ultimi padroni del Monferrato. Io cito la Famiglia Sangiorgio, qualche decennio prima, cui il gioco è riuscito male. I Gonzaga quando si trattava di reprimere lo facevano piuttosto duramente, cito ad esempio l'episodio di Guido Sangiorgio, appartenente ad uno dei casati casalesi più illustri e nobili, che passato al servizio dei Savoia guidandone le truppe nella I guerra del Monferrato, nel 1613 si vide confiscare tutti i beni dal Duca Ferdinando Gonzaga e nel 1616 il suo magnifico palazzo residenziale di Casale (uno dei più belli e grande della città, dove alloggiavano ospitati gli stessi Gonzaga quando erano a Casale) fu demolito come segno di punizione e di esempio per tutti, per evitare altri episodi di tradimento ... oltre ad essere condannato a morte (sentenza mai eseguita) Il secondo concetto è sui Savoia e l'Unità d'Italia. Sui Savoia dovrei scrivere per ore... Bisognerebbe leggere gli studi e le recenti ricerche di Pietro Gallo. Diciamo soltanto che erano decisamente meglio i Gonzaga come dominatori, non solo perché eravamo ancora Ducato di Monferrato (anche se l'autonomia era fittizia), ma perché almeno c'era un abbozzo di governo, coi Savoia c'era solo sfruttamento fiscale, le strade erano in condizioni pietose, non si riusciva neppure a raggiungere Torino, non avevamo ponti, avevamo in continuazione truppe da ospitare e mantenere, ed anche per tenere un mercato si doveva chiedere autorizzazione al Re e pagare dazio, i commerci pertanto erano allo stremo, l'economia era di sussistenza, da Capitale ci avevano gradualmente ridotto a città marginale (dalla seconda del Regno dopo Torino). Si è vero che ci sono state a lungo e con qualche interruzione delle prestigiose istituzioni, ma erano ormai prive di poteri e solo altisonanti nella denominazione ma prive di effettiva autonomia decisionale ... insomma il declino di Casale storicamente è stato causato dai Savoia. Rammento che Torino nel medioevo era un villaggio di pescatori mentre Casale era già un Borgo appetibile che faceva gola ai Marchesi di Monferrato e non solo (ma era un comune refrattario alla dominazione ...) In quanto all'Unità d'Italia, io stenderei un velo pietoso, in quanto non c'è nulla di cui festeggiare, come ho avuto modo di scrivere in diverse occasioni, tra cui l'ultima partecipando all'iniziativa di LIMES di Lucio Caracciolo http://temi.repubblica.it/limes-esiste-l-italia/ e come ho integralmente riportato sul mio blog. Claudio Martinotti storiografo, consigliere Alexala *** CASALE MANTOVA UN PERCORSO CULTURALE Leggo, grazie alla penna di Luigi Angelino, del protocollo d’intesa tra Casale e Mantova in nome dei Gonzaga ( Il Monferrato 5.II.2010 p. 25 ). Non posso non applaudire a quello che è un avvenimento di portata storica da lungo tempo auspicato, particolarmente vagheggiato dal dr. Gabriele Serrafero, benemerito studioso di cose monferrine,che operò tempo fa, come ricorda Angelino, un gemellaggio tra i Rotary delle due città. Per quanto mi riguarda, in occasione di un Convegno sui Paleologi, tenutosi nel 14 e 15 ottobre 2006 a Casale, Moncalvo e Crea, avevo auspicatosu questo giornale che si indagasse su un documento di capitale importanza quale l’autobiografia di Teodoro Paleologo, capostipite della dinastia paleologa in Monferrato. Di quest’opera avevo rintracciato a Parigi, da me collazionato il 23 maggio 2001, nella biblioteca di Sainte Geneviève un lungo frammento inedito della traduzione latina, effettuata dallo stesso Teodoro nel 1330, tratto dal libro intitolato “De regimine principis et de arte guerrae” appartenente- così dice un’annotazione del manoscritto – a Giovanni Giacomo Calandra. Questo personaggio, nato a Mantova nel 1488, fu castellano e segretario del duca Francesco Gonzaga e faceva parte della società colta che si raccoglieva intorno alla marchesa Isabella d’Este (Il Monferrato 13 ottobre 2006,p.26). Grazie all’annotazione del manoscritto di Parigi venni a sapere che il Calandra possedeva l’opera completa di Teodoro. Che fine avranno fatto i libri della sua biblioteca ? Il protocollo d’intesa Casale Mantova dovrebbe essere lo stimolo giusto a ricercare e ritrovare documenti concernenti la storia del Monferrato, che possono celarsi in archivi e biblioteche di Mantova. Sarebbe una ricerca storica importante, che dovrebbe stimolare i ricercatori monferrini e mantovani. Olimpio Musso (docente universitario, casalese a Firenze) FOTO: Durante la cerimonia del gemellaggio si ammira un prezioso, secentesco, disegno di albero genealogico conservato a Matova; una cartolina realizzata da Luigi Angelino e dal Circolo Filatelico Casalese in ricordo dell'evento *** Volete aggiungere altri commenti? Scrivete a redazione@monferrato.it

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