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Interviene Massimiliano Vacchina, direttore generale Oda

I rinforzi del personale medico e infermieristico nelle RSA a sostegno del gruppo di lavoro che risultati hanno prodotto? Che fine hanno fatto?

«Abbiamo subito percepito che le restrizioni non sarebbero bastate a lasciare il nemico alla porta»

A nulla sono valsi gli allarmati appelli di questi ultimi giorni a tutti coloro che avrebbero dovuto in qualche modo darci una mano e sostenerci in questa difficile battaglia.

Da subito ci siamo attivati – a tutela di tutti i nostri ospiti e dipendenti – per applicare in modo rigoroso ciò che ci veniva richiesto dai vari decreti governativi succedutisi e dalle disposizioni regionali emesse. Non solo. Essendo del mestiere, siamo andati anche oltre a quanto prescritto, avendo percepito che le restrizioni non sarebbero bastate a lasciare il nemico alla porta.

In presenza di un decreto governativo che invitava soltanto a diminuire gli accessi e nonostante solo alcuni sindaci, consapevoli di cosa sarebbe potuto accadere, avessero emanato ordinanza di divieto assoluto di accesso, sin dal primo giorno abbiamo interdetto l’accesso nelle strutture a parenti, fornitori e visitatori.

Ci siamo muniti di tutti i presidi possibili istruendo e ordinando al personale di rispettare le procedure indicate dal nostro direttore sanitario; abbiamo inoltre provveduto a sanificare minuziosamente e frequentemente ogni spazio comune, ogni camera da letto e piano di appoggio, ma il sentimento che oggi proviamo è quello di aver caricato di lavoro tutto il nostro personale e basta.

I nostri notevoli ed immediati sacrifici si sono purtroppo scontrati con l’amara realtà e con l’odissea che, nonostante il nostro impegno, sarebbe iniziata.

I vari comunicati di rinforzo del personale medico e infermieristico nelle RSA a sostegno del gruppo di lavoro che risultati hanno prodotto? Che fine hanno fatto?

Non è sufficiente emanare provvedimenti rassicuranti se poi non si sa quando e come verranno attuati. Non basta inviare una circolare: più che continue mail serve oggi il confronto diretto, per non perdere tempo!

Quanto dovremo ancora attendere per sottoporre gli ospiti e tutti i dipendenti al tampone di ricerca del virus per capire chi sono gli asintomatici cosi da fermare i contagi? 

In realtà, siamo rimasti soli, ognuno a combattere la nostra battaglia senza avere la percezione di quando e come questa potrà finire.

E cosi, disarmati e impotenti, isolati nelle nostre quotidiane enormi difficoltà, cerchiamo ogni giorno di trovare risposte a domande che invece restano inevase.

Ogni giorno si combatte un nemico invisibile che non ha confini e che non guarda in faccia a nessuno.

All’ interno delle nostre strutture si lavora con la paura di non farcela, ma voglio rassicurare tutti i parenti dei nostri ospiti che si lotta in ogni modo con tenacia e professionalità per cercare di salvaguardarli dal contagio.

I nostri dipendenti oggi però sono al limite delle loro forze; coprono turni di lavoro anche di dodici ore pur di non far mancare nulla ai nostri anziani.

Appresa la notizia dei primi contagi, il 23 marzo scorso ho provveduto a inviare una mail a tutti i vertici coinvolti: “Venuti a conoscenza in data odierna della positività al COVID-19 di due nostri ospiti inviati in ospedale in data 20/03/2020, si richiede esecuzione immediata di tamponi a tutto il nostro personale asintomatico a garanzia di tutti gli altri ospiti presenti presso la nostra struttura di Moncalvo denominata Villa Serena”.

In attesa di riscontro. Quel riscontro ad oggi non è ancora pervenuto.

Mi preme ancora una volta sottolineare che ad oggi i casi di contagio da COVID-19 riguardano soltanto la RSA “Villa Serena” di Moncalvo. 

 


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