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Mondino alla casa studio di Casazze - Un "Viaggio" per le mostre in corso per un mese a Casale (Sinagoga) e ad Alessandria

(d.r.) - Sono trascorsi tre anni dalla scomparsa di Aldo Mondino uno dei più significativi protagonisti della scena artistica nazionale che ha percorso con linguaggi non ancora sufficientemente indagati. Ora Alessandria e Casale gli dedicano una grande mostra di un centinaio di opere, tra dipinti, disegni, sculture e installazioni, che saranno esposte al pubblico per un mese “La rassegna consente di riflettere su un artista eclettico e geniale - scrive il curatore della mostra Alberto Fiz - che ha saputo modificare profondamente i codici dell’estetica e della creazione. Ogni opera mette in discussione i dogmi dell’arte e delle stesse avanguardie da cui Mondino è partito. Aldo è indubbiamente una figura imprescindibile per comprendere le vicende attuali, tra i pochi ad aver affrontato il linguaggio nella sua totalità”. Era nato a Torino il 4 ottobre 1938, due giorni prima della pubblicazione da parte del Gran Consiglio del Fascismo della dichiarazione sulla razza. Dopo gli studi si trasferisce ventunenne a Parigi, dove segue il corso di mosaico con Gino Severini e con Riccardo Licata, suo assistente, e nella capitale francese espone i suoi primi quadri di influenza surrealista. Rientrato in Italia nel 1961, ultimato il servizio militare, realizza la prima personale a Torino, presso la Galleria L’Immagine, di proprietà dell’artista Antonio Carena, seguita l’anno dopo da una mostra a Venezia con figurine che ricordano i codici miniati.Seguono molte esposizioni nelle principali città italiane, fino al 1972 quando Aldo Mondino decide di ritornare a Parigi, dedicandosi con impegno alla produzione pittorica presentata in importanti mostre. Nel frattempo le incisioni lasciano il posto ai quadri con temi agresti, influenzati dal realismo ottocentesco e malinconico di Jean François Millet, che segnano la fine della fase storica legata all’epoca industriale e alla civiltà occidentale. L’artista è ormai attratto dalle suggestioni orientali, come alcuni pittori dell’Ottocento, in particolare Eugène Delacroix, e inizia a viaggiare in Oriente, dal Marocco alla Palestina, attirato dal fascino della preghiera esaltata dalla danza dei dervisci, che presenta in quadri di grandi dimensioni alla Biennale di Venezia nel 1993. In quell’occasione, autentici dervisci danzano davanti al pubblico in un’atmosfera molto coinvolgente.Poco prima, da quelle esperienze di viaggio erano nati altri capolavori: la serie dei “Sultani” presentati nel 1990 a New York e i tappeti sovrapposti in composizioni a parete, con colori vivaci e realizzati su eraclite, un materiale industriale utilizzato nell’edilizia. Parallelamente all’amore per l’Oriente matura nell’animo dell’artista una grande passione per la Spagna, con la serie dei tori e dei toreri, mentre comincia ad affacciarsi l’idea di realizzare lavori tridimensionali, alcuni in cioccolato. Negli anni seguenti espone opere su altri temi da lui prediletti, come l’ebraismo e la danza. Nel 2002, superati alcuni problemi di salute, intraprende un viaggio in Turchia ricavandone una serie di lavori su linoleum trovati in Cappadocia. Ulteriori problemi di salute non gli impediscono di ideare splendide sculture in vetro di Murano, lavorando al contempo con molta passione alla sua ultima mostra a Ravenna nel novembre 2003, dove per la prima volta sono stati raccolti sotto al titolo “Aldologica” i lavori degli ultimi quarant’anni. A CASAZZE CON ANTONIO MONDINO Nello studio di Altavilla (l.a.) -E’ quasi un “Viaggio” sul filo della memoria quello che abbiamo concordato con un “ponte” tra Virginia Viola responsabile relazioni esterne della Cassa di Risparmio di Alessandria e Antonio Mondino, figlio di Aldo, il grande artista che da oggi, venerdì si presenta ad Alessandria e a Casale. “Ponte” che ci porta ad Altavilla, a Casazze Vecchia. Molte curve, la strada arriva di fronte a una casa antica sul prato che domina una zona dove il tempo si è fermato. Ci riceve Antonio Mondino. In giardino gioca con le figlie Lola e Meret, ci raggiungono la moglie berlinese Caterina e la mamma Marina Isenburg, civilista a Milano. Sotto il portico la famosa scultura “Un corno...” coi suoi tre elefanti, una copia in cioccolata la ricordiamo esposta a Conzano, a Villa Vidua. La maggior parte delle opere che ornavano casa e giardino sono partite per il trittico espositivo. Facciamo un primo brindisi ad Aldo col Ruchè Tenuta del Re seduti ad un tavolino (il tempo lo permette ancora) evocando anche l’amico artista Paul Renner che è a Canneto sull’Oglio per una sua mostra. Un po’ di storia: Aldo, dopo aver viaggiato tra Torino, Parigi e Milano, ha acquistato nel 1986 questa casa-cascina tramite l’arch. Monteforte di Fubine, per tornare alle radici. “Questa è la prima vera casa. La mamma, mia nonna, era Emma Bachi Segre, di Casale”, dice Antonio. Prima andavano in Liguria, a Finale.Poi l’arrivo in Piemonte, la mamma era di rito sefardita e il prozio di Emma era rabbino. La mostra che da venerdì per un mese farà rivivere Mondino è nata su proposta del figlio e del curatore Alberto Fiz. “Si è allargata in itinere - dice Antonio - A palazzo Cuttica le sculture, a palazzo Monferrato 120 opere, in Sinagoga cinque quadri a tematiche ebraica sullo sfondo del muro del pianto, sarà una sorpresa”. L’Ultima mostra di Aldo si tenne a Ravenna nel 2003, al museo della città. L’anno scorsoci fu un omaggio da a San Marino, in futuro Anonio pensa a una mostra di autografi “Papà li collezionava e incorniciava”, poi una di sculture. Antonio ricorda che sta lavorando all’archivio si propone di documentare in modo esaustivo la produzione dell’artista (sito: www.aldomondino.it) poi nascerà una fondazione. Siamo infine a tavola, agnolotti come piatto unico, poi un dolce e un cioccolatino, sempre sposati col Ruchè.Dionigi conserva il ricordo di un pranzo dove l’artista servì l’arrosto nello scaldavivande ereditato dal grande storico svizzero Jacob Burkhardt tramite la signora Marina, che lo ebbe dalla mamma Pia Burkhardt, a Basilea. Racconta anche del nonno che fece il viaggio in Italia con lo studioso svizzero. Visitiamo la casa con la bella piscina interna (“danneggiata la tenuta dal terremoto”), l’atelier luminoso dalla travatura lignea, vediamo la tavoletta UIR del castello di San Giorgio, il famoso linoleum inglese coi brillantini, che è stato adottato dagli autobus di Berlino, dove oggi Antonio vive con la famiglia. Vediamo anche il sipario di un teatro di Firenze, con due pannelli che si aprono e le mani che applaudono.... Usciamo con un bel ricordo: il grande catalogo dei dervisci della Biennale di Venezia del 1993.. -Per tutto il mese di novembre sono aperte due mostre di Mondino ad Alessandria e una in SInagoga a Casale (vedi sezione week end, a Casale è aperta venerdì e sabato, gli altri giorni su prenotazione) FOTO- L'esterno della casa di Altavilla-Casazze, in primo piano il figlio e le nipotine di Aldo Mondino e un particolare dello studio

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Marco Imarisio

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