Artigianato, futuro nebuloso per le imprese piemontesi
di Carlotta Demartini
È stato reso pubblico nei giorni scorsi il “Compendio dei dati statistici sull’artigianato piemontese” che, come consuetudine, a fine anno fotografa lo stato di salute del comparto artigiano. I dati non sono confortanti poiché nei primi sei mesi del 2013 si ipotizza una riduzione delle imprese artigiane pari a 396 unità produttive, passando dalle 136.070 del 2011 a 135.628 imprese stimate per il 2013. Per la provincia di Alessandria in particolare, l’ipotesi è di una perdita complessiva di 33 aziende artigiane, con il totale al 31 dicembre che ammontava a 12.993 e una stima per il 2013 di 13.960 unità ancora in attività. Una delle cause di tale diminuzione è certamente la difficoltà con la quale le imprese hanno accesso al credito, infatti la quantità dei finanziamenti alle imprese artigiane è diminuita del 4,5% in 12 mesi (8/2011- 8/2012), e in particolare sono state le aziende con meno di 20 addetti a essere le più svantaggiate, vedendo ridotti i propri finanziamenti di ben 4,9 punti percentuali. In generale, infine, il totale dei finanziamenti in Piemonte è sceso di 7,2% (equivalente a 53,3 miliardi di euro), che è il dato esattamente corrispondente alla media nazionale per il settore artigiano. Ma, se il reddito cala, i tassi d’interesse sono sempre più alti, tanto che è proprio il nostro Paese ad aver conquistato la “maglia nera” in tutta l’area Euro 17 dove la media dei tassi si ferma a 2,56% con uno spread di 80 punti base tra Europa e Italia, dove, a seconda dell’importo del prestito richiesto si sono registrati tassi tra il 3,46 e il 4,86%. Abbiamo anche ottenuto lo sgradito primato per il dato sul maggiore rialzo dei tassi: tra 4/2011 e 8/2012 l’incremento ha infatti toccato i 28 punti base in più. Nel medesimo periodo nel resto d’Europa il denaro è, con trend opposto, diventato meno costoso, con una decrescita media di 56 punti base che in Germania, ha raggiunto i 95 p.b.. In caduta libera anche la diminuzione dei lavoratori artigiani sia autonomi che dipendenti: da un totale di 296.557 nel 2010 si è arrivati a 294.614 nel 2011, con una perdita occupazionale di 1.934 posti di lavoro solo in Piemonte.
Prima indagine trimestrale ‘13
L’anticipazione 2013 si è avvalsa di quattro parametri per offrire alle imprese artigiane i nuovi dati elaborati. La stima riguardante la produzione totale salirà leggermente passando da un attuale 2,59% al 2,94%, ma contemporaneamente cresceranno di molto le previsioni di diminuzione: dal 22,33% al 52,94%. Scende anche drasticamente la percentuale di coloro che prevedono di mantenere costate la produzione, portando così il saldo addirittura al -50%. Ma il dato più sconvolgente è l’acquisizione di nuovi ordini che con un divario di ben 39,26 punti percentuale, nelle previsioni per il 2013 si attesta addirittura al -67,65%, aumentando esponenzialmente l’ambito le stime di diminuzione dell’acquisizione di nuovi ordini. Unica nota positiva, anche se con valore che non si discosta molto da quello 2012 è l’acquisizione di nuovi ordini per l’esportazione: la negatività si riduce infatti da -8,34 a -5,88%.