Articolo »
Tra film e documentari
Roberto Remorino, un monferrino tecnico del suono
Ha lavorato anche a Fontanetto Po per la fiction Rai "La Sposa"

Avete presente quelle scene di backstage con tecnici del suono più attrezzati di una spia dei servizi segreti? Beh scherzi a parte, ne abbiamo conosciuto uno in carne e ossa. E per lo più è monferrino!
Nei giorni scorsi vi abbiamo raccontato delle riprese, nei pressi di Fontanetto Po, della fiction Rai “La sposa”, avente come protagonista una straordinaria Serena Rossi. Ma dietro le quinte, c’era anche un tecnico del suono autoctono, che ha curato la presa diretta. Monferrino sin dall’infanzia e, dopo aver vissuto per anni a Milano e Torino, è tornato nella nostra zona. Stiamo parlando di Roberto Remorino.
Come si diventa fonico?
Ci sono due strade per diventare fonici: frequentare un corso oppure affiancare un fonico che ti insegni il mestiere, la classica gavetta insomma. Io ho fatto in quest’ultimo modo; ho collaborato per alcuni anni con fonici di presa diretta, lavorando insieme a loro come microfonista. Rispetto ai miei inizi, nei primi anni ‘90, quando gli strumenti di lavoro erano limitati e si sopperiva a questi limiti con la creatività, ora è diventato un mestiere prettamente tecnico. Si lavora con tanti microfoni, registratori che sono veri e propri computer, sistemi di sincronizzazione con la macchina da presa, radiocuffie per regista, segretaria di edizione, produttore... Insomma, tanta tecnologia sparsa per il set che deve assolutamente funzionare, sempre e senza intoppi. Mi tengo quindi costantemente aggiornato leggendo pubblicazioni del settore, partecipando ad eventi e seguendo i forum specializzati.
Qual è il suo legame con Casale e il Monferrato?
Sono monferrino da generazioni. Un mio bisnonno materno era il medico condotto di San Germano; lì sono cresciuto e sono tornato a viverci da alcuni anni. Ho frequentato le scuole prima a San Germano e poi a Casale fino alla maturità al Palli. Alcuni dei miei più cari amici sono casalesi. È quindi un legame molto forte, in particolare con la campagna monferrina. Amo infatti le nostre colline; mi piace molto andare in bicicletta tra Terruggia, la Valle Ghenza, Vignale, Lu. Panorami bellissimi che sono nutrimento per lo spirito oltreché un ottimo luogo per l’esercizio fisico.
Ci racconta un po’ della sua professione
Il fonico di presa diretta si occupa della ripresa sonora dei dialoghi, cura la registrazione di un ambiente sonoro oppure di un specifico dettaglio come il caratteristico cigolio di una porta, i passi su un ciottolato e così via. Nei lavori più piccoli si è da soli, nelle produzioni più grandi si lavora con uno o, più di rado, due microfonisti. Il reparto audio è quindi un piccolo reparto. È un lavoro che richiede competenze tecniche, esperienza, tanta attenzione ed un pizzico di diplomazia. Non è sempre facile lavorare in armonia con attori, registi e con gli altri reparti; le mie esigenze a volte contrastano con quelle della fotografia o dei costumi e quindi mi trovo a dover chiedere di stringere un inquadratura o di cambiare un abito il cui tessuto è rumoroso. Oppure devo chiedere di rifare una scena, smorzando così gli entusiasmi di regista ed attori per un ciak ben riuscito dal punto di vista recitativo ma non utilizzabile per il rumore di un aereo che passava in lontananza
Tra cinema e televisione con quali attori e registi ha lavorato?
Ho lavorato con alcuni dei più apprezzati registi italiani. Con Mimmo Calopresti ho girato il documentario “La fabbrica dei tedeschi” e con Davide Ferrario “Piazza Garibaldi”, entrambi presentati alla Mostra di Venezia. In questi ultimi anni ho girato “La volta buona” di Vincenzo Marra con Massimo Ghini e Max Tortora, “Il caso Pantani” con Francesco Pannofino, Marco Palvetti ed il bravissimo Libero De Rienzo morto purtroppo l’anno scorso. Ho lavorato più volte con Maccio Capatonda, dalla serie “The Generi” al film “Omicidio all’italiana” con Sabrina Ferilli e Nino Frassica. Ho collaborato a molti documentari con troupes giapponesi della rete pubblica NHK. Ho lavorato per la BBC qui in Italia; in particolare, un documentario su Artemisia Gentileschi condotto da Michael Palin, colonna dei Monty Python e coprotagonista di alcuni film che amo come “Brazil” e “Un pesce di nome Wanda”. A maggio, uscirà nelle sale “Amanda” con Benedetta Porcaroli e Giovanna Mezzogiorno. L’abbiamo girato a Torino nell’autunno scorso ed è l’opera prima di una giovane e bravissima regista milanese, Carolina Cavalli.
Tornare nei luoghi dove è cresciuto per girare un film che effetto le ha fatto?
Girare “La Sposa” a Fontanetto Po è stata per me una piacevole esperienza, forse lo è stata un po’ meno per i colleghi romani poco avvezzi alle zanzare. Il paese è grazioso e, visto in tv, fa la sua bella figura. Ecco, mi piacerebbe che ci fossero più occasioni di girare dalle nostre parti. Abbiamo delle colline bellissime, Casale è una città ricca di storia e monumenti, i nostri paesi sono ancora genuini a differenza di altre parti d’Italia.
Prossimi progetti e collaborazioni.
Ho alcuni progetti in cantiere. Mi piacerebbe dedicarmi alla mia attività parallela e cioè la registrazione di musica acustica. Ho avuto l’opportunità di registrare i canti ambrosiani del coro del Duomo di Milano e la giovane violinista Clarissa Bevilacqua con uno Stradivari, oltre a Ludovico Einaudi per un documentario. Vedremo.
Profili monferrini
Questa settimana su "Il Monferrato"