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La Regione a fianco delle vittime dell'amianto nella causa contro i padroni dell'Eternit. Schmidheiny offre un risarcimento

La Regione Piemonte chiederà di costituirsi parte civile nel procedimento a carico della Eternit per i danni prodotti alla salute dei lavoratori nelle lavorazioni da amianto. Intanto oggi, giovedì, da parte di Stephan Schmidheiny, il magnate svizzero che ha detenuto la proprietà dell’Eternit dal 1973 al 1986 e che è uno dei due indagati dall’inchiesta condotta dal procuratore aggiunto della Repubblica di Torino Raffaele Guariniello (l’altro è il barone Belga Ghislain de Cartier), è stata avanzata una proposta di risarcimento delle vittime per una cifra pari ad alcune decine di milioni di euro, proposta che va intesa come «espressione di un sentimento di solidarietà in linea con lo spirito filantropico e la sensibilità sociale di Stephan Schmidheiny», afferma una nota diffusa dallo studio legale di Astolfo Amato, che assiste il magnate svizzero. L’offerta riguarda però solo coloro che hanno lavorato dal gennaio 1973 - quando la multinazionale svizzera ha assunto il controllo delle filiali italiane - al giugno del 1986, data in cui fu dichiarato il fallimento. Proposta che non risponde che parzialmente - pertanto - alla ipotesi di reato formulata dalla Procura della Repubblica di Torino di «disastro doloso» e che ha individuato responsabilità - quindi - anche per l’esposizione dei comuni cittadini. Una differenza sostanziale in quanto l’Eternit viene individuata come responsabile non solo della mancata osservanza delle tutele per la salute dei lavoratori ma anche per il vasto inquinamento ambientale e le tragiche conseguenze che ha avuto e ha tuttora nel territorio casalese. Ma torniamo alla decisione della Regione di costituirsi parte civile, decisione che segue di pochi giorni l’approvazione da parte del Consiglio Regionale della nuova legge in materia di tutela della salute e di prevenzione nell’uso dell’amianto. La presidente Mercedes Bresso e l’assessore al Legale Sergio Deorsola hanno disposto il provvedimento che autorizza i successivi atti dell’Avvocatura nei confronti di Eternit che sarà posto all’ordine del giorno nella seduta di lunedì prossimo della Giunta Regionale. Una decisione assunta dicono Bresso e Deorsola in quanto «il peso istituzionale della Regione può essere utile a sostenere i diritti dei lavoratori colpiti». «In questa materia tolleranza zero» «Le nostre decisioni – aggiungono Bresso e Deorsola – possono agire anche come deterrente: tutti debbono sapere che anche in questa materia, più ancora che in altre, deve valere il principio della tolleranza zero». La richiesta di rinvio a giudizio, dice l’assessore all’Ambiente Nicola de Ruggiero, rappresenta «un altro passo avanti per dare ragione a chi ha pagato con il dolore e con la vita la coabitazione forzata con il pericoloso materiale. Il rinvio a giudizio dei vertici dell’Eternit ci permette di procedere nella battaglia legale, dove saremo, come Regione, a fianco di chi in questi anni ha lottato per vedere riconosciuti i propri diritti, per ottenere soddisfazione, per mantenere viva la memoria di una tragedia e delle sue vittime. È un impegno che va aldilà dello stanziamento di risorse economiche per la bonifica o per la tutela sanitaria, è il governo del Piemonte che chiede giustizia per i suoi cittadini». E anche il consigliere regionale di Rifondazione Alberto Deambrogio auspica «che questo nuovo atto regionale possa essere davvero di supporto all’azione legale complessiva intentata contro i responsabili del disastro Eternit. La loro effettiva individuazione sotto il profilo penale - conclude Deambrogio - rappresenterà un passo essenziale non solo dal punto di vista del riconoscimento del danno finanziario, ma anche e soprattutto dal punto di vista più ampio della giustizia, dell’etica e della responsabilità sociale».

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Monica Quirino

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