«All'oratorio giocavamo a pallone e basket sul campetto d'amianto»
«Quando il campetto era in terra battuta ci si giocava solo a pallone. Poi è stato pavimentato con il polverino.Allora era tutto bello compatto, tutto grigio e giocavamo anche a tennis, pallacanestro e pallavolo...».
Insomma, non ci si bagnava più i piedi, ma ci si avvelenava - senza saperlo - i polmoni.
«Spesso veniva bagnato, perché era polveroso... correndoci sopra si sgretolava».
Vittorio Giordano, ambientalista, ha raccontato ieri al processo amianto uno dei tanti e inquietanti episodi di convivenza con l’amianto di una intera città, con l’Eternit che non ha lesinato rischi a nessuno, neppure ai bimbi che andavano a giocare all’oratorio, nel suo caso quello del Duomo.
Cortile che deve essere bonificato ancora oggi.
E poi il tempo libero passato a Po, nelle baracche, bungalow degli Anni Sessanta per un fiume che era come il mare, dove si pescava, si prendeva il sole e si facevano grigliate.
Il problema - ha aggiunto Giordano - era emerso già a metà degli Anni Settanta con il frate Bernardino Zanella, che lavorava all’Eternit e descriveva la condizioni di lavoro «infernali» dentro la fabbrica,
E la tematica amianto fu subito all’attenzione - con il nucleare - di Legambiente, nata nei primi anni Ottanta. Nel 1987 già c’erano parecchie vittime e poi l’anno successivo la morte di Piercarlo Busto mise al realtà sotto gli occhi di tutti.
Giordano ha raccontato anche di avere ricevuto - come presidente di Legambiente a metà anni Novanta - telefonate di persone che si informavano sulla qualità dell’aria perché dovevano magari trasferirsi in città per lavoro.
Legambiente chiese al Comune di impegnarsi per ottenere un risarcimento dall’Eternit, «dai padroni svizzeri e belgi», convinti che non fosse giusto comprare gli ex magazzini per bonificarli quando avevano dato tanto danno alla città.
Ma Giordano ha anche ricordato Luisa Minazzi e il suo impegno intelligente, pragmatico, coraggioso, per la ricerca, la bonifica, la giustizia. E gli altri amici ambientalisti uccisi dall’amianto, Angelo Tosi, giardiniere del Comune e Maria Pavesi.