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Dibattito

Il futuro del nostro territorio? Prima cosa definire gli obiettivi

Qual è la nostra vera vocazione? Chi è o chi sono i soggetti che possono fare da guida?

Olivola nel cuore del sito Unesco monferrino

Prendo spunto dagli interventi che ho letto sul giornale, primo fra tutti quello del geologo Paolo Sassone. Il tema è il futuro del nostro Monferrato, così colpito da gravi crisi industriali, dallo spopolamento e, come purtroppo il mondo intero, dalla pandemia. Certo, noi soffriamo più di altri nel mezzo di una fase di transizione che sembra non finire mai.

Credo però che adesso non ci sia più tempo, siamo in un momento di svolta. I territori in difficoltà patiscono più di altri, ma hanno anche l’enorme occasione per dimostrare di essere padroni del proprio futuro

E non parlo di piccoli progetti, di sopravvivenza, di compitini per arrivare alla sufficienza. Parlo di grandi idee che uniscano capacità, competenze ed entusiasmo.

Purtroppo, complice la mia attività professionale, sono abituato a semplificare, per cui credo che i problemi siano riassumibili in due grandi temi:

a) qual è la nostra vera vocazione?

b) chi è o chi sono i soggetti che possono fare da guida per il nostro territorio?

Il primo punto è per me fondamentale. Ci siamo mai interrogati a fondo su quale sia veramente la nostra idea del territorio e del suo futuro sviluppo? Industria, turismo, servizi, logistica, o un insieme di tutte queste cose?

Chiarire a noi stessi quello che siamo e che saremo, ci potrebbe aiutare a definire le future strategie. Strategie che non devono cambiare a seconda del colore politico di chi amministra pro-tempore. Sono attività di lungo periodo, senza pensare troppo al passato rimpiangendo quello che eravamo, ma lavorando proiettati al futuro

E poi, chi sono i soggetti guida? Dopo il tramonto delle Province, troppo frettolosamente sacrificate sull’altare dell’antipolitica, manca un soggetto riconoscibile e rappresentativo.

Prendendo spunto dal corso sull’Europrogettazione che si sta tenendo con la rete dei Comuni UNESCO e l’Ecomuseo, si comprende che sono molte le occasioni per poter accedere a finanziamenti importanti, in grado di cambiare il volto del nostro territorio, ma ci vuole un soggetto propulsore, ci vogliono professionalità e competenze, ci vogliono progetti condivisi e sempre pronti, investimenti di soggetti pubblici o privati disposti a rischiare.

La competizione tra territori, non solo più a livello nazionale, è ormai una regola.

Non abbiamo nulla in meno di altri, forti delle nostre eccellenze e della nostra storia passata e recente, ma abbiamo bisogno di pensare in grande prima che le occasioni perse siano più di quelle a portata di mano. E’ un periodo in cui dobbiamo progettare il futuro, questa è la nostra responsabilità.

Perché “le cose migliori si ottengono con il massimo della passione”.


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Silvio Morando

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