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A Siviglia nel ricordo di Colombo - Una cattedrale enorme - Mare tranqillo a Gibilterra

Domenica 21: nave a Cadice e principale escursione a Siviglia, la capitale dell’Andalusia. Primo saluto, "buenas dias", dalla guida, Maribel, brava in tutto anche a liberare chi rimane chiuso in un bagno automatico. Siviglia si raggiunge in un’ora e mezza di bus passando fra i vigneti. Passeggiata nel barrio di Santa Cruz («mi ricorda via Prè», commenta una monferratina- genovese), era chiamato Juderia o quartiere ebraico perché sviluppato sull’area che un tempo era abitata dagli Ebrei. Poi si entra (fila alla biglietteria) nell'Alcazar (palazzo del re, anche oggi, è qui che dimora il re Don Juán Carlos quando viene in visita a Siviglia) costruito nel secolo XIV da architetti arabi: ogni salone è un traforo di decorazioni uguali e... diverse. L'Oriente tra noi con il suo fascino misterioso Finale nei giardini che profumano di fiori rari e il nostro tassidermista Giorgio Dugone ha portato il pane per le anatre.... Pausa pranzo all’hotel Macarena e non manca la paella (ma noi anticipiamo tutti sulla crema catalana....).. Si torna in centro guidati dalla torre della Giralda (90 metri, un tempo era minareto) per la cattedrale (grandiosa! Terzo edificio religioso per dimensione dopo la Basilica di San Pietro in Vaticano e la Cattedrale di Saint Paul a Londra); entriamo dalla pora della lucertola (sarà per via di un cooccodrillo appeso al soffitto?). Una volta dentro, sorprende appunto la grandezza e la ricchezza di questo universo di pietra, vetrate e grate. La leggerezza delle colonne accentua l’altezza: semplici volte a crociera alte 56 metri ricoprono la navata, tranne nella zona centrale. Facciamo una sosta omaggio nella navata di destra alla tomba di Cristoforo Colombo, ricordando la possibilità che la sua famiglia arrivi dal castello Colombo di Cuccaro. Ammirazione per il retablo (oro, oro) la più grande pala d'altare del mondo alla capilla mayore con scene di vita di Cristo e della Vergine Maria, ai lati sono rappresentati i santi della città. Ci soffermiamo pezzo per pezzo il tesoro in sacrestia. Alle pareti quadri di Murillo, Valdés, Leal e Zurbarán Usciamo, siamo sui trenta gradi. un po' di afa. Scorriamo di fronte al Tribunale delle Indie (un Colombo di Cuccaro, Baldassarre, vi intenò una lunga causa e la vinse parzialmente) Ultime foto in plaza de Espana circondata dai padiglioni dell’Expo del ‘29. Alessandro e Matteo fanno da vice- guide indicando con le palette Costa la strada del ritorno. Animazione: citazione per Bruna Badamo, valenzana che domenica a teatro ha riscosso un grande successo al Karaoke con la sua “Vie en rose”. Nella notte si passano le mitiche colonne d'Ercole (stretto di Gibilterra), svegliato da una telefonata sbagliata raggiungo il ponte piscina trovando il nostro Giorgio da Moncestino in "paterle" (pantofole, puro dialetto torinese) conveniamo che è più luminosa la costa africana (13 km. nel punto più stretto tra punta Tarifa e Punta Cires). Il mare è tranquillo. Si entra nel Mediterraneo, puntando a Malaga dove si ormeggia alle 8 di lunedì in una splenida giornata di sole (ma Dino chiama già a rapporto collaborativo per stesura articoli, selezione foto-ne facciamo troppe-, trasmissione, è il lavoro di giornalista ragazzi) FOTO. il barrio di Santa Cruz, verso la Giralda; nei giardini dell'Alcazar e nella piazza dell'Expo del 1929.

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Roberto De Alessi

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