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  • 28 luglio 2011
  • Casale Monferrato

I mosaici del Duomo opera templare?

Da quando furono scoperti verso la metà dell’Ottocento i mosaici pavimentali del Duomo di Casale hanno destato perplessità e diffidenza, dato il loro contenuto di battaglie, di teste tagliate, di mostri e poco pie, dubbie raffigurazioni. Possiamo bene immaginare lo stupore degli scopritori. Si capisce perché in un primo momento si pensò di distruggerli insieme con la chiesa. Per fortuna prevalse l’idea di non distruggere nulla, ma anzi di restaurare il tutto. Così, grazie al filosofo Antonio Rosmini e al grande archeologo casalese Luigi Canina, abbiamo un monumento eccezionale, che desta ammirazione nei visitatori di tutta Europa, anche se accedere ai mosaici appartati nell’ambulacro e alla statua funebre di guerriero barbuto con tanto di spada e di scudo, sia un po’ complicato. In occasione del novecentesimo anniversario della fondazione del Duomo ebbi a scrivere quattordici articoli per Il Monferrato, nei quali trattavo singoli mosaici e cercavo un’interpretazione generale del ciclo [la maggior parte si trovano nell’archivio e mail del giornale, sezione cultura,ndr.]. Arrivai alla conclusione che viene rappresentata la perenne lotta tra il bene, Cristo, e il male, Satana e i diavoli del suo seguito, con la vittoria, s’intende, del bene. Il credente deve vigilare e lottare quotidianamente contro il Nemico, il Princeps tenebrarum, che può prendere varie figure mostruose: vipera, mostro alato, orso, pigmei, acefalo, grifoni rampanti con testa d’aquila e corpi di leone, mostro dalle sette teste. Chi, c’era da chiedersi, se non i cavalieri Templari erano stati gli ispiratori della raffigurazione di questa lotta all’ultimo sangue? In effetti soggetti guerrieri si trovano negli affreschi di chiese templari francesi, Cressac e Montsaunès, e soprattutto, negli affreschi di S. Bevignate di Perugia, nota chiesa templare (si veda il libro “La pittura dei Templari” di G. Curzi, 2002). Ora, c’è un affresco in S. Bevignate del XIII secolo che ricorda i soggetti mostruosi dei mosaici di Casale nella loro linea di pensiero (lotta tra il bene e il male). Nell’arco è raffigurato un lupo in atteggiamento aggressivo e sopra è dipinta una iscrizione, che ha dato del filo da torcere agli interpreti (v. illustrazione) ed è ancora da spiegare soprattutto dal punto di vista paleografico. SCRITTA RIFERITA AL LUPO-DIAVOLO La scritta va letta MINAX (sciogliendo l’abbreviazione e leggendo l’ultima lettera come una x in maiuscola gotica,cioè con le aste curve e legate alle estremità). Essa, pertanto, si riferisce al lupo, che è da intendersi come personificazione del Diavolo, il Nemico, come è detto nei bestiari dell’Età Media : “Lo lupo è ne lo pecto eismesurato, / enello pecto e nella boccatura: / però [ = perciò ] a lo Nemico è assemeliato,/de modo,de volere e de natura” ( Bestiario moralizzato, sec. XIII/XIV in Bestiari medievali, ed. Einaudi1996, p.506 son. 26, vv. 1-4 ). L’espressione MINAX LUPUS si ritrova nelle favole medievali di origine classica (Esopo, Fedro): Agnus Lupo socius ad flumen migrabat, Et uterque sitiens potum postulabat Agno stanti deorsum Lupus sursum stabat.Tunc Lupus ore minax Agno fera verba tonabat (Romuli Nilantis fabulae rhythmicae,1. 2 de agno et lupo p. 715 Hervieux e altre). L’iscrizione di Bevignate, così, dimostra che anche i mosaici di Casale risalgono ai Templari e alla loro ideologia guerriera, a conferma di quanto ho sostenuto nei miei studi (scusi il lettore se mi cito), pubblicati sull’ospitale Il Monferrato. Avere un Duomo templare è un vanto non da poco per la città di Casale. Peccato che i diabolici mosaici non siano sempre fruibili ai visitatori della chiesa. Ne varrebbe la pena, perché rappresentano la vittoria del bene sul male attraverso una lotta diuturna, data la continua minaccia del Nemico.