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A Sala Monferrato un museo alla memoria per Nanni Ricordi

Paolo Conte, Gino Paoli, Ricky Gianco e Ivan Cattaneo per un grande della musica

Paese in fibrillazione chiuso al traffico sabato pomeriggio a Sala Monferrato, personaggi dello spettacolo e della musica in arrivo, tanta gente presente all’inaugurazione dello spazio conservativo luogo della memoria di Nanni scomparso nel 2012 e della Casa Ricordi. Un piccolo museo in una stanza sopra l’ufficio postale, nella via principale, con tanti poster, pannelli contenenti episodi, fatti significativi e celebrazioni della celeberrima casa discografica milanese, copertine di 33 giri ed LP autografati, lettere di Maria Callas, la divina, Miranda Martino, libretti di opere d’inizio Novecento, un grammofono ‘La voce del padrone’ e tante altre testimonianze dei cantautori, quelli inventati da Carlo Emanuele ‘Nanni’.

«Da qui - dice la compagna di Nanni Sandra Gasparinetti nella splendida dimora che fu il buen retiro di Nanni - non me ne vado, dove trovo un posto migliore? Quando mi sveglio al mattino sento gli uccelli cantare, sono immersa nella natura. Con la gente di Sala c’è un ottimo feeling, gioco anche a burraco».

Camillo Ricordi, figlio di Nanni, famoso medico a Miami tra i primi esperti di diabete al mondo, aggiunge: «Mio padre adorava il Monferrato, queste colline tant’è che da Stresa scelse di trasferirsi qui». Il sindaco Claudio Saletta ha introdotto il pomeriggio parlando del ruolo che Ricordi ha avuto per il paese consacrato dall’Unesco per la peculiarità degli infernot. «Sala è un paese agricolo, oggi sono presenti persone che, se fossimo a Milano, sarebbero quelle di un condominio. Ma questo ritmo lento piaceva a Nanni. In suo onore, ogni anno, organizzeremo eventi musicali». Al tavolo, oltre a Camillo, la madre Marisa Facchini, moglie di Nanni, zie, Marella con la figlia Celeste, l’ultima della generazione, il cugino Claudio Ricordi autore del libro Ti ricordi di Nanni?, il critico musicale Giovanni Gavazzeni Ricordi, figlio del direttore d’orchestra Gianandrea, il parlamentare Fabio Lavagno.

E poi, uno ad uno, arrivano Paolo Conte, Gino Paoli, Ricky Gianco, Ivan Cattaneo. Camillo Ricordi legge un tweet di Ornella Vanoni, impegnata in teatro, che avrebbe dovuto essere presente (a Sala venne anni fa a vedere una casa da acquistare). La Vanoni ha ricordato nel messaggio di aver apprezzato in maniera grandissima Ricordi che le ha prodotto il primo disco, «manager che ebbe una grande intuizione». Erano attesi anche Paola Pitagora e il sindaco di Milano Giuseppe Sala. A rappresentare il Comune di Casale Monferrato l’assessore Sandro Teruggi. Lavagno ha tirato in ballo la piemontesità, una tipologia caratteriale complessa ma in grado di farsi scoprire e apprezzare. «Come si vede, la cultura la si può fare ovunque: Nanni Ricordi scelse questo posto, dove la piemontesità è schietta, di poche parole. Tornate in Monferrato». Poi, i ricordi e gli aneddoti. Paoli, ha detto: «Nanni era un adorabile zuccone, cocciuto, testardo oltre misura, uno che non amava la sconfitta. Ricordo che mi portava al Santa Tecla a ballare il rock con la Fracci o alla stazione a vedere Luchino Visconti a girare un film». Conte, ha aggiunto: «Nanni sembra guardarci dalla finestra; aveva una grande base artistica di famiglia, con lui non ci si annoiava mai». Ivan Cattaneo: «Nel 1973 giunsi in Italia da Londra, a ‘Re Nudo’ cantai con gli Area e Claudio Rocchi, ero un hippy. Nanni mi disse: ‘Facciamo un disco a L’ultima spiaggia’. Non era un semplice discografico, era molto di più, andava oltre, era un multimediale. Nei salotti c’erano personaggi di spicco tra i quali Carmelo Bene, era un artista completo, suonava Ravel e Debussy divinamente...». Richy Gianco: «Nanni era un rivoluzionario, come non ricordare l’episodio del disco dell’angoscia, avevo 17 anni, fu rivenduto in Giappone a 500 mila lire alla copia.... C’è il parallelismo tra due grandi mecenati: Giulio Ricordi lottò contro tutti per imporre Puccini, Nanni fece la stessa cosa con Battisti per il quale produsse il primo disco. Due scommesse ampiamente vincenti». Dal cantautore dagli inconfondibili baffi e basette a Gavazzeni Ricordi, critico musicale figlio di Gianandrea, direttore d’orchestra di fama internazionale: «Nanni poteva fare tutto e non se la tirava: avrebbe potuto essere professore di filosofia in quanto parlava di Kant, insegnava ‘Il Capitale’ a Berlinguer e ai leader comunisti del tempo, sapeva dipingere, suonare. A Casa Ricordi, Maria era la Callas, Leonard era Bernstein, Renata era la Scotto, Carla la Fracci, si chiamavano tutti per nome tant’era la famigliarità...». Claudio Ricordi ha fatto ascoltare la voce di Nanni che dialoga con i cantautori. E infine il mazzo di rose rosse a Sandra, le visite al museo e il brindisi finale.


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Marco Imarisio

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