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  • 31 maggio 2013
  • Casale Monferrato

L’ultimo saluto a Marco Corino, decoratore morto nel rogo del rifugio in Val d'Ayas

«Ciao Marco, ti immagino su un nuvola bianca mentre dall’alto osservi la neve candida, la neve delle tue montagne che amavi tanto. Mi ricordo quando ti lanciavi dai pendii con gli sci e poi mi dicevi che era bellissimo scendere e vedere le mie braccia tese verso di te. Ora posso solo immaginarti mentre respiri l’aria pulita di quelle cime... Ciao amore mio non ti dimenticherò mai». Così Franca Cotti, dolcemente, ha salutato il marito, Marco Corino - il 43enne decoratore casalese morto nel rogo del rifugio del Cai “Città di Casale” in Val d’Ayas - al termine della messa funebre celebrata martedì nella chiesa parrocchiale di Porta Milano. Toccanti anche l’accorato ricordo di un compagno di scuola delle elementari che ha parlato tenendo in mano gli sci di Marco, e la lirica letta da un componente della compagnia teatrale di cui Franca Cotti fa parte. Poi il feretro è uscito sulle note di un classico canto alpino, “Il Signore delle cime”, prima di raggiungere il tempio crematorio di Mappano. La salma era giunta alle 9,30 sul sagrato dove ad attenderla c’erano le divise rosse dei soci del Cai di Casale, accorsi numerosi a dare l’ultimo saluto all’amico tragicamente scomparso, e tanti amici e conoscenti. Sul feretro margherite e altri fiori di montagna con la piccozza, la corda e l’attrezzatura da alpinista. A celebrare i funerali, in una chiesa gremita, il parroco don Giuseppe Cesana: una cerimonia semplice, senza fronzoli, con il ricordo del sacerdote che di Marco Corino era stato insegnante. La tragedia si era consumata alle 2 di giovedì della scorsa settimana. Il giorno prima il decoratore aveva raggiunto la baita con due amici e soci del Cai per ultimare alcuni interventi di manutenzione in previsione della riapertura della struttura nella stagione estiva. Mercoledì sera, mentre i due amici erano rientrati a Casale, Corino aveva deciso di fermarsi anche il giorno successivo per ultimare i lavori: nella notte il rogo che lo ha sorpreso nel sonno. Per il decoratore casalese, che era andato a dormire nel sottotetto, non c’era stato scampo.

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Cristina Bargero

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