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«Sulla sanità il PD casalese predica bene e razzola male»

Interviene Alberto Deambrogio, esponente di U.P. di Casale Monferrato

«Il PD di Casale Monferrato ha attaccato il centro destra piemontese sulle politiche sanitarie. Il testo termina con una dichiarazione in cui i democratici dichiarano di voler continuare a “battersi per un Servizio Sanitario Nazionale che garantisca a tutti i cittadini il diritto alla salute”».

Sulla questione interviene Alberto Deambrogio, esponente di U.P. di Casale Monferrato: «Negli scorsi mesi ho criticato aspramente il centro destra piemontese in merito a vari problemi: dalle liste d’attesa alla crisi del pronto soccorso, sino alle delibere vergognose che riguardano le famiglie dei non autosufficienti. La sanità piemontese è gestita molto male, non c’è dubbio. Credo però che per difendere la sanità pubblica servano politiche di rilancio e risorse, che oggi non ci sono anche per precise scelte del ministro Speranza e del Governo di cui il PD fa parte. Reputo ipocrita la posizione del PD, tanto più perché espressa in campagna elettorale. La verità è l’elemento concreto attraverso il quale la filosofia si trasforma in politica. Vediamo dunque quale è la corrispondenza tra cose dette e praticate dal PD».

«Il Governo in carica prevede una spesa sanitaria in diminuzione nel triennio 2023-2025. Nel famoso PNRR si pensa ad un ruolo quasi surrogatorio del terzo settore, si creano le condizioni favorevoli per privatizzare l’assistenza di base e con la riconferma dell’ospedale minimo (DM70) si dà un formidabile incentivo alla spedalità privata. La riforma delle cure territoriali (DM77) è oggi di fronte a risorse insufficienti per mettere in piedi i servizi territoriali richiesti. Noi sappiamo in partenza che per attuare il PNRR si dovrà ricorrere al privato appaltando la maggior parte delle cose a cooperative, terzo settore, fondi vari ecc. Oltre a tutto questo si continua a favorire una sanità privata in concorrenza con quella pubblica – i fondi assicurativi – attraverso l’incentivo fiscale (costo 6 mld)».

«Di che parla dunque il PD? Si possono sostenere alcune cose in Piemonte ed altre a Roma come se niente fosse?. Per rilanciare la sanità pubblica – ha concluso Deambrogio – servono idee di riforma vera e risorse, non vane dichiarazioni. Per un cambio di passo occorre il taglio delle spese militari (che il PD ha aumentato a dismisura), una patrimoniale sulle grandi ricchezze, una fiscalità progressiva; così si avrebbero i soldi che servono per il diritto alla salute, il resto è pessima propaganda elettorale».


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Veronica Spinoglio

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