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  • 22 gennaio 2013
  • Casale Monferrato

Urto? No, tentato omicidio. Arrestato 40enne incassatore orafo: l’incidente a Borgo

Tentato omicidio premeditato. Con questa accusa i Carabinieri hanno arrestato Filippo D’Aquino, il 40enne incassatore orafo di origine catanese residente a Valenza in strada Pontecurone, che il 21 dicembre scorso, in auto, si era scontrato frontalmente con la vettura della convivente. Nei suoi confronti il giudice Manuela Massino, accogliendo la richiesta avanzata dal p.m. Roberta Brera, ha emesso un ordine di custodia cautelare eseguito dai Carabinieri di Casale. D’Aquino si trova agli arresti domiciliari, a disposizione dell’autorità giudiziaria. L’incidente si era verificato poco dopo le 8 sulla Casale-Valenza, nel tratto di provinciale che attraversa il territorio di Borgo San Martino, compreso tra la rotonda tra Borgo e Ticineto e quella che conduce alla zona industriale di Ticineto e a Valmacca. L’incassatore, al volante di una Bmw di grossa cilindrata, viaggiava in direzione della cittadina dell’oro quando impattava con violenza contro la Lancia Y condotta dalla compagna, Monica Pierro, 28 anni, nativa di Casale, la quale proveniva in direzione opposta. In seguito all’urto l’auto della ragazza era uscita di strada, rimbalzando nel fossato e ribaltandosi, ruote all’aria, in un campo. Mentre D’Acquino era uscito praticamente illeso dallo scontro - aveva avuto una prognosi di sette giorni - la Pierro era rimasta incastrata nell’abitacolo e per liberarla era stato necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco, giunti sul posto con due ambulanze del 118 e i Carabinieri di Occimiano, Vignale e Casale. Le condizioni della giovane donna in un primo momento erano sembrate molto gravi ed era stata ricoverata in prognosi riservata nella divisione di Rianimazione del Santo Spirito. Poi, per fortuna, la situazione era migliorata: tuttavia attualmente è ancora ricoverata in ospedale, bloccata a letto, per le numerose fratture riportate agli arti inferiori e al bacino. I tempi di guarigione si prospettano molto lunghi: si parla di almeno quattro mesi. In un primo momento era sembrato un normale incidente, una tragica fatalità che aveva coinvolto i due fidanzati, pur sollevando qualche dubbio negli inquirenti che avevano rilevato incongruenze sulla dinamica. Da una serie di controlli incrociati e approfonditi accertamenti, i Carabinieri di Occimiano - che con i colleghi del nucleo operativo di Casale hanno svolti le indagini - hanno appurato che l’incidente sarebbe stato volutamente provocato dal D’Aquino che aveva puntato l’auto della compagna. Già separato con una figlia, l’incassatore aveva iniziato la relazione con la Pierro con la quale aveva convissuto nell’alloggio di lei. Negli ultimi tempi la loro storia si era incrinata, sembrava giunta al capolinea: da una settimana i rapporti erano molto tesi e proprio la sera precedente l’incidente, D’Aquino era tornato a dormire nella casa dei genitori, in viale della Repubblica a Valenza, dove ora si trova agli arresti domiciliari. Forse proprio durante quella notte potrebbe aver deciso di “punire” la sua ex, organizzando il finto incidente. Sapeva che la giovane donna tutte le mattine percorreva la provinciale per recarsi al lavoro a Casale, in una ditta nella zona industriale, alla periferia della città. Quindi l’avrebbe aspettata per investirla con l’auto. A sostegno di questa ipotesi ci sarebbe un particolare agghiacciante: poco prima dell’incidente con la Pierro, D’Aquino avrebbe incrociato nei pressi di Giarole, una Lancia Y dello stesso modello e colore di quella della sua ex. Pensando che a bordo ci fosse la donna, l’avrebbe puntata con l’intenzione di centrarla. Solo all’ultimo momento, accortosi che al volante c’era un uomo, avrebbe sterzato, provocando solo l’urto tra gli specchietti retrovisori. Sarebbe stato lo stesso automobilista a sporgere denuncia contro l’ignoto “pirata” che non si era fermato. E l’automobilista della Lancia, in quel momento, aveva con sé i due figlioletti che stava accompagnando a scuola.

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