Dopo il rave party a Po c'è il timore di una escalation: «Ora serve prevenzione». E nel Parco resta un mare di spazzatura
di m.b.
A due settimane dalla conclusione del rave party tenutosi a cavallo di Ferragosto nelle campagne tra Frassineto, Candia e Terranova con partecipanti provenienti da tutt’Europa, le polemiche per i disagi causati soprattutto dalla musica a tutto volume “sparata” 24 ore su 24 (udibile a chilometri di distanza) hanno ceduto il passo alle paure.
Il timore è che nel territorio a confine tra le province di Alessandria e Pavia, sfruttando strategicamente i conflitti di giurisdizione tra i vari enti, si sviluppi un’escalation.
È stato questo il grido di allarme lanciato da Dario Zocco, direttore del Parco del Po, che ha spiegato come nella dozzina di episodi (oltre che a Frassineto a Candia, Valmacca, Sartirana, Valenza, Frascarolo) avvenuti nel raggio di pochi chilometri dal 2010 ad oggi, i numeri dei partecipanti siano andati aumentando, da poche decine ai circa 10mila dell’ultimo evento, che ha avuto anche una durata superiore ai precedenti: «Di fronte a queste cifre l’unico modo efficace di contrasto è agire preventivamente», ha dichiarato Zocco.
Il servizio su Il Monferrato di venerdì 2 settembre 2016