Il monumento a Carducci come riassunto stilistico dei due artisti
“Bistolfi e il monumento a Carducci ” è il tema del'incontro che che si terrà a Casale sabato 3 ottobre 2009 con inizio alle ore 10 alla sala delle Lunette (Museo)
Sul tema un articolo di Giuse Vipiana
-La poetica di Carducci interpretata dal Bistolfi
Il monumento a Carducci come riassunto stilistico dei due artisti
Nella rinascita di interesse e studi sull'opera di Leonardo Bistolfi (saggi, convegni, tesi di laurea...) recentemente si è preso in esame il grande monumento a Carducci, eretto a Bologna vicino alla villa del poeta,scolpito dal Bistolfi, tra difficoltà di lavoro ed intralci burocratici, dal 1908 al 1928.Opera grandiosa e complessa,in cui convergono molte esperienze culturali,come possiamo vedere nella Gipsoteca casalese che, grazie alle generose donazioni del nipote Andrea Bistolfi,di questo monumento ospita vari modelli in gesso: trittico, teste di "Ritmo" e "Libertà", gruppo del "Sauro destier" e dell' "Amore per la natura". E' evidente subito il Bistolfi "verista" e psicologo insieme, quello che a Casale ci ha dato lo splendido ritratto statuario di Rattazzi; così come si distingue subito il Bistolfi liberty dalla fluttuante linea musicale.
In particolare risalta il segno del simbolismo, che trasfigura il carattere impetuoso, il verso epico del Carducci nella sinuosità tesa e possente del "Sauro destriero". Insomma una lettura plurima, giustamente indicata dalle analisi di critici autorevoli, che considerano il monumento come un felice riassunto stilistico dei diversi aspetti bistolfiani.
Mi importa però sottolineare - ed è un discorso nuovo, tutto da fare - l'intento del Bistolfi di cogliere il messaggio carducciano nell'intero contesto espressivo: non solo dunque la decantata potenza del verso.
Certo la statua - ritratto ci rimanda subito al vigoroso abito professorale di Carducci:l'impeccabile, decisa, resa fisiognomica; il taglio netto del profilo risentito, percorso da scatti di passione; il corpo massiccio e maestoso, dominante alla Rodin. E' questo il Carducci più noto, dell'amor vitae, energico romantico e insieme realistico.
Ma nel fregio, in quelle strisce strette,come triglifi, troviamo figure ferme,ieratiche, che richiamano il momento carducciano di classico estetismo delle " Primavere elleniche". E nell'insieme di una altrettanto carducciana scenografia mossa vediamo figure di fluida musicalità, coperte di velo, perse in onde di ricordi. E' chiara qui l'allusione al Carducci ultimo, già decadentista, al poeta di " Visione", "Nevicata", "Alla stazione", quello vicino allo spleen baudelairiano, quello della malinconia di morte dell' Epistolario.
E' il poeta provato da lutti familiari, influenzato da un romanticismo tedesco sospeso tra mistero e reverie, in cui è facile per Bistolfi vedere in germe inquietudini e fermenti propri.
Basterebbe guardare il viso quasi disfatto della figura femminile che domina sulla sinistra del fregio, oppure il viso della "Libertà", assorto in un trascolorare di luce - ombra.
Il tema dl rimpianto segna infine un punto d'incontro ideale tra poeta, scultore e chiunque si sentisse orfano del magistero carducciano.
Il monumento a Carducci ci testimonia dunque la continua ricerca interpretativa del soggetto effigiato, ricerca che ovviamente si traduce in forme personali ma sta sempre alla base della genesi artistica bistolfiana.
Giuse Vipiana Albani