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A Fatima, in (commosso) ricordo di mons. Germano Zaccheo - Tour di Lisbona

Sabato (20 settembre, ndr.) è in certo qual senso una giornata storica per queste nostre crociere che voglionodare qualcosa in più ai lettori de Il Monferrato, la paragoniamo quasi a quella di Roma con saluto papale. Raggiungiamo da Lisbona, luogo dello sbarco della Mediterranea, Fatima, uno dei più importanti santuari mariani del mondo, legato alle apparizioni della Madonna del Rosario ai fratelli Francisco Marto e Giacinta Marto (9 e 7 anni) e alla loro cugina Lucia dos Santos (10 anni), il 13 maggio 1917, mentre badavano al pascolo in località Cova da Iria. I primi due pastori sono morti in giovane età la terza si era fatta suora. Da aggiungere che Papa Giovanni Paolo II ha fatto incastonare nella corona della Madonna la pallottola che lo colpì quasi a morte in piazza San Pietro, fu la Madonna a sviare la mano dell'attentatore Ali Agca. Suor Lucia è morta il 13 febbraio 2005, poche settimane prima della morte di Giovanni Paolo II. Dopo una prima visita del complesso ci ritroviamo tutti alla messa internazionale delle 11 alla chiesa nuova della Santissima Trinità dovuta a un architetto ortodosso, il greco Alexandros Tombazi a forma circolare, con diametro di 125 metri sostenuta da due grandi pilastri. Dietro l'altare un grande mosaico, dorato. Un progetto che combina luce e tecnologia, con 8.800 posti a sedere divisibili in due spazi. E' l a più grande opera di questo tipo realizzata in Portogallo. Ci colpiscono il profumo del legno e, appunto, la luce dorata, c'è una spiegazione, il mosaico si rifà in parte è l’inizio del cap. 22 dell’Apocalisse di san Giovanni, dove la piazza sulla quale è posto il trono di Dio e dell’Agnello è tutta d’oro. Anzi, l’intera città è d’oro. L’oro, già a partire dalla prima epoca patristica, è stato inteso come simbolo della santità e della fedeltà di Dio che non viene mai meno, come una luce sempre accesa che non tramonta più. Per questo il presbiterio ha come dominante questo tema della luce. Un inciso tra i santi raffigurati troviamo Padre Pio e Madre Teresa (bravi) Noi dopo la processione di ingresso, siamo di fronte a 10.000 persone (molti sono in piedi in fondo e sui lati, le tredici porte smaltiscono a stento l'afflusso). Il rettore monsignor Luciano Gomes Paulo Guerra ha concesso una lettura in Italiano al nostro gruppo (effettuata da Olga Bonzano Raimondi) e la commemorazione di mons. Germano Zaccheo scomparso a Fatima il 20 novembre (tenuta da chi scrive queste note, commosso anche se cercava di non darlo a vedere). Ecco il testo letto dal modernissimo pulpito: « Ringrazio il rettore padre Guerra per la sua disponibilità e la partecipazione al ricordo. Abbiamo scelto questo luogo volutamente in memoria di mons. Germano Zaccheo penultimo vescovo di Casale deceduto al Santuario di Fatima il 20 novembre dello scorso anno durante un pellegrinaggio. Si era speso molto, il suo cuore non ha retto... Mons. Zaccheo era molto devoto alla Madonna e un filo legava Fatima, Lourdes alla nostra Crea, nel cuore del Monferrato. Lo ha ricordato il suo successore mons. Alceste Catella pochi giorni fa davanti alla sua tomba nella cripta dei vescovi in Duomo. Ci han pregato la brevita... Voglio solo dire che che era un grande vescovo. Rimarrà nella storia per i restauri della catttedrale nel 900° della consacrazione... Era soprattutto il vescvo della gente... Un uomo giusto con tutti, di grande fede, aperto al dialogo interreligioso: gli Ebrei (a Casale esiste un’antica comunità) lo facevano partecipe di tutte le loro cerimonie e noi lo ricordiamo commossi oggi con affetto filiale e una preghiera». Si, una grande emozione e sono sicuro che di lassù il "nostro" vescovo mi ha tenuto una mano sulla testa impedendomi di "mangiarmi" le parole e "permettendomi" di scattare (con molta discrezione) al termine una foto unica, dall'alto, dalla mia posizione privilegiata (quella che vedete in questa pagina , ndr.) Lo stesso rettore nel corso delle messa aveva più volte ricordato monsignor Zaccheo e fatto pregare per lui. Lo ringraziamo calorosamente al termine della funzione. Questo era il tour-premio agli abbonati de "Il Monferrato" completato nel pomeriggio con una visita a Lisbona. La guida subito ricorda che San Francesco da Padova in realtà era nato a Lisbona, lo sapevamo dall'altra visita crocieristica. Lentamente scorriamo attorno al Monastero dos Jerónimos, straordinario, enorme, esempio di architettura manuelina (Manuel I) che ospita le memorie dei portoghesi illustri, da Vasco da Gama a Luis Vaz de Camoes (il Dante Alighieri portoghese) a Amália Rodrigues a Fernando Pessoa. Ci fermiamo alla torre di Belem (altro esempio di Manuelina) da dove Vasco de Gama partì alla conquista dell’impero. Foto di gruppetto. Imbarco e visione dalla cabina (ottavo piano) dei monumenti sul Tago (Rio Tejo) che scorrono lenti. Ci par quasi di toccare il grande ponte XXV Aprile e il Cristo Rei, eretto nel 1938, è copia di quello che si trova a Rio de Janeiro (Corcovado) è alto 113 metri (la statua da sola misura 28 metri), costruito come ringraziamento per il mancato coinvolgimento del Portogallo nella seconda guerra mondiale. Saluto alla pilotina, mare aperto verso Cadice lasciando sulla sinistra le coste meridionali del Portogallo. FOTO. Fatima e Lisbona (Belem e ponte XXV aprile dalla cabina della Costa Mediterranea con sullo sfondo il Cristo Rei, foto Angelino)

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Roberto De Alessi

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