Denunciati due nomadi, fratello e sorella, per il furto di Lu
Furto aggravato, ricettazione e uso di atto falso. Sono le accuse con le quali i Carabinieri di San Salvatore hanno denunciato due persone - un ragazzo di 19 anni, O.M., e una donna di 31 anni, N.M., rispettivamente fratello e sorella - nomadi italiani entrambi pluripregiudicati per reati contro il patrimonio e anagraficamente residenti ad Asti. I militari li hanno identificati al termine di un’accurata indagine: sarebbero gli autori del furto commesso nell’abitazione di un’imprenditrice agricola di Lu.
I fatti risalgono alla mattina del 13 ottobre scorso quando, poco prima di mezzogiorno, la 41enne Federica Miglietta chiamava i numeri del pronto intervento perché, dopo avere ricevuto sul suo telefono il messaggio che era scattato l’allarme di casa sua, nel rientrare nell’abitazione - situata in frazione Borghina - incrociava una macchina con due persone a bordo che stava uscendo dal vialetto. La donna che era a fianco del conducente le lanciava un cenno di saluto e subito dopo l’automezzo ripartiva a tutta velocità dandosi alla fuga. La Miglietta, coraggiosamente, con la sua auto si metteva all’inseguimento dei presunti malfattori che tallonava per una decina di chilometri finché l’auto dei fuggitivi nei pressi della frazione Fosseto usciva di strada in una curva a gomito e, dopo avere abbattuto un piccolo albero, rimaneva impantanata in un campo e bloccata in un avvallamento del terreno. Nel frattempo giungevano sul posto diverse pattuglie dei Carabinieri - da San Salvatore, Valenza e Bassignana - e i militari scoprivano che i due ladri prima di scappare a piedi avevano nascosto la refurtiva dietro un cespuglio, una parte della quale, vale a dire una televisione e un computer portatile, erano di proprietà della donna che li aveva inseguiti e alla quale veniva restituito il tutto.
Sulla vettura dei fuggitivi - una Mitsubishi Colt - venivano ritrovati numerosi arnesi da scasso, due radio ricetrasmittenti, un tagliaerba, un rilevatore di metalli e due tesserini falsi di presunti appartenenti a una società di gestione acquedotti. All’auto erano state applicate con il biadesivo sopra le targhe regolari, delle targhe false che durante l’incidente si erano staccate, poi recuperate nel campo e sequestrate dai militari.
Le indagini del maresciallo Gasparini e dei suoi collaboratori venivano indirizzate subito sulla vera targa del veicolo e su coloro che erano stati identificati in precedenza come conducenti e passeggeri del veicolo, scoprendo che i due fratelli erano stati controllati più volte sull’auto che peraltro risulta intestata alla loro madre, anch’essa pluripregiudicata per reati contro il patrimonio.
La vittima del furto del furto e altre persone della zona che avevano visto i due ladri, riconoscevano senza dubbio i due fratelli come coloro che erano sulla vettura quando si erano allontanati dalla casa di Lu dove avevano appena rubato. Successive indagini permettevano anche di accertare che il tagliaerba ritrovato sull’auto dei fuggitivi era stato trafugato quella stessa mattina da un’abitazione di Rosignano. Alla luce degli elementi raccolti, conclusi i dovuti accertamenti, fratello e sorella sono stati denunciati a piede libero all’autorità giudiziaria per il furto aggravato nella casa di Lu, per ricettazione del tagliaerba e per l’uso di atto falso per avere utilizzato le targhe fasulle.