Lite finita a colpi di pistola, Lombardo confessa: «Ho sbagliato, merito punizione». La vittima non è in pericolo di vita
di m.c.
Sarebbe stato uno sfogo, una sorta di liberazione per il disagio dovuto dai vicini troppo rumorosi, all’origine della lite sfociata l’altra domenica a Valenza in un condominio in via Rio delle Moglie e finita a colpi di pistola.
Giuseppe Lombardo (nella foto), 58 anni, incriminato di tentato omicidio, durante l’interrogatorio ha sostenuto di aver impugnato l’arma solo per spaventare ma che, dopo una colluttazione con la figlia maggiore (ha ventidue anni, l’altra bimba ha sei anni) e la moglie del vicino con il quale era solito litigare, sarebbero partiti due colpi, uno dei quali, purtroppo, finito nel ventre della donna, Rosanna Vaccaro, 48 anni.
Uscite dall’ascensore la donna e la figlia maggiore, alla vista dell’uomo armato di pistola - una Glock 19 semiautomatica, con la matricola abrasa (per questa ragione Lombardo è chiamato a rispondere anche di porto e detenzione di arma clandestina e gli inquirenti indagheranno sulla provenienza dell’arma) - gli si sono avventate contro per scongiurare il peggio: il resto è storia. I colpi, la corsa all’ospedale di Alessandria e il ricovero in Rianimazione in gravi condizioni ma, a quanto sembra, fortunatamente non in pericolo di vita, e le auto dei Carabinieri di Valenza e Alessandria sguinzagliate per rintracciare Lombardo, fermato poco dopo in centro, in via Lega Lombarda.
In sede di interrogatorio, dinanzi al pubblico ministero Andrea Zito, ha ripetutamente ammesso di aver sbagliato e di meritare la conseguente punizione. Ora, dopo la convalida del gip Tiziana Belgrano, si trova nel carcere Don Soria di Alessandria: sarebbe problematico, al momento, anche la concessione dei domiciliari, dal momento che l’unica dimora possibile sarebbe proprio quella nel palazzo dove si è sfiorata la tragedia.