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Teatro e società

Pizzeria “Asportando Godot”: “I fuori di ... testo” al Municipale con la nuova produzione

Torna in scena la compagnia dei ragazzi e degli educatori Anffas guidata da Paolo Faroni

E sono sei! Che poi è un numero qualunque su cui - anche volendo - sarebbe difficilissimo mettersi a “ricamare” ma che - per «I fuori di... testo» - è importante eccome, visto che come potrebbe dire il celeberrimo Tigro di Winnie Pooh «...viene dopo il cinque».

E dite se è poco: uno in più, un altro anno in scena grazie a un progetto nato dalla fantasia e professionalità dell’attore casalese Paolo Faroni, che per molti monferrini si è trasformato ormai in un appuntamento imperdibile, tanto che nelle ultime edizioni il Municipale era zeppo fino al loggione.

L’appuntamento 2019 è per domani, sabato 25 maggio alle ore 21 al Teatro Municipale di Casale Monferrato (ingresso a offerta libera) dove la compagnia teatrale “extra-ordinaria” (rubiamo l’azzeccatissima definizione ai ragazzi della compagnia Magdaclan, anche loro artisti speciali) dei ragazzi dell’Anffas con lo stesso Faroni e alcuni operatori, porteranno in scena “Asportando Godot”.

L’ispirazione dei classici

I classici sono ormai diventati  la vera “musa” della compagnia teatrale, che li approccia ovviamente con molta libertà.

«Avevamo iniziato sei anni fa - spiega lo stesso Faroni - con una fiaba scritta da me sulla falsariga delle fiabe classiche, ma  poi ho pensato che sarebbe stato interessante affrontare i classici,  ovviamente rivisitati a misura dei ragazzi; e così abbiamo fatto Moliere, Shakespeare, Scarpetta e Cechov e quest’anno Samuel Beckett».

E Beckett peraltro non è così estraneo alla dimensione differente dei ragazzi dell’Anffas anzi, dice Faroni, «ci sta bene, per questo senso di attesa, che ha molto che vedere con una visione del tempo dilatata, diversa che hanno i ragazzi; e per il loro modo di vivere in effetti un po’ in attesa: dei loro riti quotidiani della scansione della giornata legata alle attività che sono abituati a svolgere».

Aspettando Godot - aggiunge l’attore - non ha una trama, non c’è lo snodo di conflitti o di opposizioni evidenti dove c’è un personaggio che vuole - che so - potere, o vendetta: «È più una riflessione sullo scorrere della vita».

La trama di Asportando Godot

“Asportando Godot” è ambientato in una pizzeria da asporto, dove non funziona nulla, tanto che ci sono pizze da consegnare ancora dagli Anni Ottanta.

Nella pizzeria lavorano degli strampalati pony express che non arrivano quasi mai a destinazione, una cameriera che fraintende quasi tutto quello che le dicono e - un bel giorno - arriva una critica gastronomica, Madama Michelin, per recensire il locale. Ma non è affatto una impresa facile, perché non si riesce a mangiare la pizza; poi un pony espress che doveva portare delle pizze per i mondiali torna senza esserci riuscito e allora ne danno una e Madame Michelin ne è entusiasta. Così, un equivoco dietro un nonsense, si arriva a un finale a sorpresa.

I ragazzi - spiega Faroni «sono molto contenti di questa esperienza, contenti di fare teatro, e lo spettacolo è del resto il traguardo e il risultato di un lavoro che dura tutto l’anno - a cominciare da ottobre - con giochi ed esercizi fino alle prove del testo vero e proprio e alla costruzione dello spettacolo, con tutti gli inciampi del caso che spesso sono però fonte di ispirazione e che fanno nascere situazioni e battute più divertenti di quello che avevo pensato io».

Ma Faroni ama sottolineare come anche lui riceva moltissimo da questa esperienza, anche dal punto di vista umano ma anche professionale, «perché i ragazzi hanno una capacità di essere così naturali e anche folli sulla scena che quando recito con loro faccio sempre allenamento al principio  fondamentale dalla scena: essere veri. Ti costringono a essere anche molto concreto, a usare la fantasia, a tempi comici di un certo tipo perché anche questi li stravolgono, ma in modo autentico. Tutte cose che non ho trovato sulla scena, a volte, con attori professionisti, tecnicamente preparati ma non veri, che recitavano  senza vita, con belle intonazioni e bella dizione e sotto il vuoto...».

Anche la riscrittura per «I fuori di... testo» costringe a una creatività molto spinta verso il non sense: «Puoi sbrigliare la fantasia perché loro la sostengono, e le stesse battute dette da attori non avrebbero la stessa valenza; con loro diventano comiche, portano un mondo sulla scena che va al di là del testo, il loro mondo misterioso non convenzionale».

“Un’ora di niente”

Per Faroni è peraltro un periodo positivo: reduce da un bel successo al Fringe Festival di Torino dove il suo nuovo monologo comico «Un’ora di niente» ha ricevuto molte critiche positive e la benedizione del critico Tommaso Chimenti  (“Grande Premio Internazionale di Giornalismo e Critica Teatrale Carlos Porto” 2018 al Festival de Almada di Lisbona), che ha molto elogiato lo spettacolo, che ha debuttato a ottobre dello scorso anno e inizia ora il suo percorso con date a Napoli, Milano e in altre grandi piazze, oltre che essere in finale nei bandi dei teatri «TiPì» di Modena e «Manifatture Teatrali Milanesi» a Milano.

Nella foto di repertorio il trionfo al Teatro Municipale di Casale per la troupe extra-ordinaria al completo de “I fuori di... testo”


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Marco Imarisio

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