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  • 22 febbraio 2022
  • Casale Monferrato

L'intervista all'attrice monferrina

Valentina Picello è Elizabeth in "Orgoglio e pregiudizio"

Mercoledì 23 e giovedì 24 febbraio alle 21 al Municipale di Casale Monferrato

L'attrice casalese Valentina Picello. Nel ritratto di Max Ramezzana

L’ultima volta l’avevamo sentita mentre la seconda ondata della pandemia stava cancellando l’illusione di riaprire i teatri. Un’attrice di prim’ordine confinata in un appartamento milanese che provava metodicamente, ma soffriva senza il suo pubblico. Tra i personaggi su cui lavorava c’era quell’Elizabeth/Jane Austen di “Orgoglio e Pregiudizio” che arriva mercoledì e giovedì alle 21 al Municipale di Casale Monferrato, la città dove Valentina Picello è nata. 

«Meglio la ventesima, le reazioni del pubblico mi permettono di migliorare a ogni rappresentazione», aveva concluso lei. Ma con il successo che ha avuto questo “Orgoglio e Pregiudizio” in tutta Italia siamo andati ben oltre.

A quante repliche sei arrivata?
Abbiamo appena festeggiato la centesima rappresentazione. Marche Teatro ci ha permesso di recuperare in toto la tournée prevista per il 2020 da novembre 2021 fino al 3 marzo. Oggi la compagnia ha un affiatamento straordinario, un po’ come quelle coppie che convivono da anni...

Se a ogni rappresentazione si migliora e la critica era già entusiasta mesi fa… chissà oggi. Il contatto con il pubblico ti ha permesso di sviluppare il personaggio come volevi?
Questo è uno spettacolo in cui il pubblico ha un ruolo decisivo. Nell’allestimento di Arturo Cirillo Elizabeth finisce per incarnare la stessa Austen e sfondare la quarta parete. È come se dipingesse in diretta i caratteri degli altri personaggi insieme a lei sul palco. Io li guardo dall’interno, li presento. È un tipo di comunicazione molto diretta, ma con dialoghi molto fedeli al romanzo. 

In questa Elizabeth cosa c’è di tuo?
Posso immaginare che qualsiasi ragazza della mia età le sia molto vicina nel dire: no io questo non lo faccio perché non fa per me. Certo oggi non è come all’epoca di Jane Austen, quando questo significava essere ripudiati dalla famiglia, ma ci vuole coraggio a fare delle rinunce: magari scartando un lavoro che non ci piace per scegliere di essere liberi. Io non sono un’eroina come lei, ma ho sempre cercato la mia indipendenza, sia artistica che personale.

Quindi Elizabeth farebbe bene a dare il due di picche a Mister Darcy?
Orgoglio e Pregiudizio non è una storia d’amore ma di differenze sociali. Lei sa benissimo che la sua posizione non è quella del bello e ricco Darcy, ma non è disposta a diventare come lui o come gli altri. Anche in questo io ho tirato fuori la mia indifferenza verso un certo tipo di società in cui sono cresciuta. Il lavoro in teatro per me non è un’ambizione, di certo il successo sul palcoscenico non corrisponde né a fama né ai soldi.

Un successo che però è tangibile ed è cominciato proprio attorno al Municipale. Quanti anni avevi quando sei salita su quel palco la prima volta?
Diciassette credo, ero allieva del corso di Teatro di Maria Paola Casorelli con il Liceo Balbo, anche se forse il mio primo spettacolo in assoluto è stato al Teatro del Valentino.

Ci saranno a vederti gli amici di quel tempo?
Sì, ho fatto un po’ di PR e la compagnia sa quanto ci tengo. Verrà Maria Paola e i compagni di allora, il prof Marco Porta, che mi ha incoraggiato e persone che per me sono dei simboli come la famiglia Cavalli e tutti gli amici dell’Albero di Valentina. Mi spiace che non ci sia più il caro Gianni Abbate.

Che ricordi hai di Casale?
Quello di una adolescenza felice, ma anche di un luogo dove ci sono dei fantasmi di una ragazza che non si sentiva capace di fare niente, non si sentiva bella, né brava. La felicità ho dovuto conquistarmela grazie al teatro, ma quelle esperienze ogni tanto le tiro fuori per costruire i miei personaggi.

Sembra il background perfetto per vestire i panni di Elizabeth…?
La critica dice che il personaggio è arrivato al culmine di un percorso artistico, io ne comincio ad esserne consapevole solo adesso. E poi lo stile regency mi dona e il costumista Gianluca Falaschi è tra i più bravi in Europa.


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