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  • 04 aprile 2011
  • Casale Monferrato

Buzzi Unicem: il CdA ha esaminato i conti del 2010 e convocato l’assemblea di bilancio per il 13 maggio 2011

Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem si è riunito in data 1 aprile e ha preso in esame i conti del gruppo dell’esercizio 2010, convocando l’assemblea annuale di bilancio (prima convocazione) per il 13 maggio prossimo. Proposto il dividendo solo per azionisti di risparmio. Sono stati sottolineati, dalla Segreteria Investor Relations, i seguenti punti: - L’impatto delle svalutazioni (113 milioni) determina una perdita netta di 41 milioni - Margini operativi penalizzati dalla dinamica dei prezzi, con vendite in ripresa dal secondo semestre - Completamento dei programmi di espansione strategica e di rafforzamento della competitività - Dividendo proposto: 0,03 euro ai soli azionisti di risparmio, ad ulteriore rafforzamento della struttura patrimoniale Ed ecco i dati consolidati del gruppo (2010 a raffronto con quelli del 2009): - Fatturato: 2.648,4 milioni di euro contro 2.671.8 milioni del 2009 ( -0.9 %) - Margine Operativo Lordo: 387,0 milioni, contro 541,7 milioni del 2009 (- 28.6%). - Utile netto perdita 41 milioni, contro utile 171,4 milioni del 2009 - Utile netto escluso quote terzi: perdita 63,5 milioni contro utile 139.5 milioni 2009. - L’indebitamento netto, tra la fine del 2009 e la fine del 2010,è salito da 1.209.3 milioni a 1.266.0 milioni, con un aumento di 57.7 milioni. - Il patrimonio netto a fine 2010 (inclusa la quota spettante ai terzi) si è attestato a 2.803,7 milioni, contro 2.712,4 milioni di fine 2009 e il rapporto indebitamento/patrimonio netto si è mantenuto a 0.45 come nel precedente esercizio. La società capogruppo Buzzi Unicem SpA ha chiuso l’esercizio con un utile netto di 44,3 milioni di euro (112,6 milioni nel 2009) ed un autofinanziamento di 82,6 milioni. Vediamo ora, dall’ampia puntuale relazione che abbiano tra le mani, alcune testuali informazioni di carattere generale e poi alcuni spunti sulla prevedibile evoluzione della gestione. “Nell’esercizio appena concluso, il gruppo ha venduto 26,6 milioni di tonnellate di cemento (+4,0% rispetto al 2009) e 14,4 milioni di metri cubi di calcestruzzo preconfezionato (+3,5%). Il ciclo negativo che nel 2009 aveva caratterizzato in modo contestuale il settore delle costruzioni in molti Paesi emergenti e nelle economie più avanzate, vanificando i benefici che la diversificazione geografica normalmente apporta, è ancora pervasivo e latente. Si sono manifestate comunque, soprattutto nella seconda parte dell’anno, dinamiche di crescita differenziate tra i vari mercati, con evidenze di significative accelerazioni nei volumi di vendita. In Italia, tutte le tipologie della domanda hanno continuato a soffrire ed il potenziale effetto anti-ciclico delle opere pubbliche è condizionato dalle ridotte capacità di spesa. Per contro le economie dell’Europa Centrale, in cui il bilancio pubblico è strutturalmente più solido, hanno saputo trarre giovamento dalla ripresa dei commerci con l’estero, particolarmente verso i Paesi di nuova e rapida industrializzazione, iniziando a mostrare incoraggianti segnali di crescita. Gli Stati Uniti hanno beneficiato degli investimenti pubblici in infrastrutture previsti dai piani di stimolo, ma l’edilizia non residenziale è rimasta in forte crisi, per i diffusi tagli agli investimenti nel settore privato, ed il settore residenziale non è ancora uscito dalle conseguenze della bolla immobiliare innescatasi alcuni anni fa. Le economie emergenti dell’Est Europa, dopo un periodo di drastica riduzione delle attività, proseguito sino al primo semestre del presente esercizio, hanno invertito la tendenza in modo piuttosto brillante per quanto riguarda i volumi di vendita, ma la dinamica dei prezzi è stata assai sfavorevole. Infine, i risultati conseguiti dal Messico si sono confermati soddisfacenti ed in progressivo miglioramento dal secondo semestre, per effetto del buon andamento dei volumi di vendita, prezzi stabili e grazie al rafforzamento della valuta locale nei confronti dell’euro” Ed eccoci alla prevedibile evoluzione della gestione in generale e poi, in particolare, per l’Italia. “La ripresa dei volumi di vendita che ha caratterizzato la seconda metà del 2010 è probabilmente indicativa di un’inversione di tendenza nell’attività economica del nostro settore, ma i rischi associati all’andamento dei prezzi ed all’inflazione dei costi energetici sono ancora molto attuali nella maggior parte dei Paesi in cui il gruppo opera. In generale, i primi mesi dell’esercizio in corso hanno confermato un andamento favorevole delle vendite, che solo parzialmente può essere spiegato dalle condizioni meteorologiche più miti ed asciutte rispetto allo stesso periodo del 2010. L’attesa ripresa del ciclo e la sua intensità si potrà meglio valutare dopo almeno sei mesi d’attività e soprattutto in base all’esito dei tentativi di recupero prezzi in atto. In Italia, in particolare, la domanda di cemento dovrebbe confermarsi sui livelli dell’esercizio appena trascorso, per la prolungata debolezza del settore residenziale e le difficoltà di un reale rilancio delle opere infrastrutturali. I risultati operativi continueranno a rimanere insoddisfacenti. Infatti, se da un lato non escludiamo che i prezzi possano cominciare a risalire rispetto ai valori di uscita dal 2010, dall’altro preoccupa la forte inflazione dei costi energetici ed il relativo impatto sui costi di produzione”.

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