Crisi della zootecnia: troppo alti i costi per la produzione
La crisi della zootecnia da carne ha raggiunto livelli preoccupanti. I costi di produzione sono troppo elevati e stanno mettendo a durissima prova la tenuta delle imprese. Ma gli aumenti dei costi produttivi – che vanno dal 20 fino al 100% e interessano carburanti, concimi, antiparassitari e mangimi – non sono però l’unica causa della crisi. Il problema vero è che macellatori, trasformatori e, soprattutto, grande distribuzione organizzata non vogliono riconoscere il giusto valore alle produzioni agricole e zootecniche in particolare. Per contrastare gli effetti della crisi sugli allevamenti bovini da carne, Confagricoltura ha messo a punto un pacchetto di proposte che contempla interventi concreti e urgenti per incrementare il potenziale produttivo della linea vacca-vitello, aprire nuove e alternative fonti di approvvigionamento del bestiame da ingrasso, razionalizzare i processi produttivi e commerciali che riguardano l’intera filiera, migliorare e semplificare i sistemi di valutazione, tracciabilità e valorizzazione delle carni, recuperare la competitività del segmento produttivo del comparto mediante un maggior equilibrio nella ripartizione dei ricavi lungo la filiera e, soprattutto, snellire le procedure e ridurre i costi burocratici che gravano sulle imprese. Un miglioramento dei sistemi di etichettatura, che uniformino i comportamenti degli operatori, offrendo una migliore conoscenza al consumatore e favorendo la promozione del nostro prodotto, può essere un utile strumento per rispondere alla crisi, ma per Confagricoltura occorrono interventi strutturali.