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Clinica S. Anna, proroga fino a ottobre... ma sono chiuse le prenotazioni

Tre mesi di proroga - fino al 31 ottobre - e poi scatta la riconversione. Ma, alla Clinica Sant’Anna, non si ricevono più prenotazioni nè per la diagnostica e neanche per l’interventistica. «In base ai parametri previsti dalla normativa nazionale, Patto della salute nazionale e Regolamento attuativo, che tutte le Regioni sono tenute a rispettare, il bacino di utenza di Casale Monferrato consente di avere un ospedale Dea di primo livello in deroga ai requisiti del D.m. 70/ 2015, e quindi un’altra struttura per acuti non era compatibile con tali criteri. Da qui la riconversione della Casa di Cura S. Anna di Casale Monferrato da struttura per acuti a struttura di post acuti». Così dichiara l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta intervenendo sulla vicenda della Clinica S. Anna, rispondendo alla question time presentata dal consigliere regionale Massimo Vittorio Berutti. Spiega Saitta: «Per quanto concerne la situazione transitoria (necessaria alle procedure di riconversione) è stata predisposta una delibera che sarà approvata dalla Giunta nelle prossime sedute, che prevede - all’interno del budget concordato con la proprietà della Clinica e già firmato - la possibilità di compensare fino al 31 ottobre le attività precedentemente svolte dalla casa di cura stessa senza danni per i pazienti e il personale». Berutti replica: «Non posso condividere l’ottimismo con il quale Saitta ha sminuito le problematiche connesse alla trasformazione della Clinica S. Anna in struttura psichiatrica. Non posso condividerlo perché quando una comunità si muove e raccoglie oltre 7mila firme contro una decisione politica bisognerebbe rispettare il volere popolare. Resta fermo il nostro impegno affinché la promessa di Saitta che non venga diminuita l’attività precedentemente svolta dalla casa di cura non abbia dei vuoti in termini di servizi nel momento della trasformazione della destinazione d’uso dei locali». Si dice perplesso Giorgio Demezzi sulla risposta fornita da Saitta a Berutti: «In primo luogo la nuova motivazione addotta per la chiusura dell’interventistica-diagnostica : siamo in un periodo in cui vanno di moda i baratti, quindi la riconversione della Sant’Anna è stata attuata per conservare il DEA di primo livello, in quanto era incompatibile la presenza di un’altra struttura per acuti. Questa giustificazione non l’avevamo ancora sentita, sta di fatto che per un ipotetico salvataggio di un reparto dell’Ospedale, verrà chiusa una struttura, che da decenni ha sempre offerto un importante contributo al sistema sanitario casalese ed ha rappresentato un perfetto complemento dell’assistenza sanitaria cittadina in sintonia con il Santo Spirito. Per la situazione transitoria, anche se detto in ‘politichese’, verrebbe concessa una proroga delle attività come fino ad ora svolte fino al 31 ottobre, senza creare nocumento ai pazienti e al personale. Questa risposta contrasta con quanto detto e concordato ultimamente tra proprietà e sindacati, che prevede a partire dal 1° agosto una cassa integrazione per tre mesi e alcuni licenziamenti».

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Roberto De Alessi

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